Omicidio stradale di Simona Bortoletto a Fiumicino, si aggrava la posizione del 35enne: non potrà più uscire di notte

Ha travolto in auto e ucciso Simona Bortoletto mentre stava camminando al lato della strada a Fiumicino, nella tarda serata dello scorso 23 settembre. Si aggrava la posizione del trentacinquenne Cristiano Maggetti, collega della donna investita, gravemente indiziato del reato di omicidio stradale con le aggravanti di guida in stato di ebbrezza alcolica e sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. Sul caso stanno indagando i Carabinieri della Compagnia di Ostia e gli agenti della Polizia Locale di Fiumicino.
A fronte delle informazioni emerse dai primi accertamenti, il Gip del Tribunale di Civitavecchia ha emesso su richiesta della Procura locale un'ordinanza di esecuzione della misura cautelare a carico del trentacinquenne. Si tratta dell'obbligo di dimora nel comune di Fiumicino, con divieto di allontanarsi dalla propria abitazione nelle ore notturne.
L'incidente in cui ha perso la vita Simona Bortoletto lo scorso settembre
Stava camminando al lato della strada quando è stata investita. Come ricostruito dall'autopsia, è stata investita di spalle. Così Simona Bortoletto ha perso la vita nella notte dello scorso 23 settembre, in via Redipuglia, nel quartiere di Isola Sacra a Fiumicino. Stava camminando mano nella mano con suo figlio, un bimbo di 8 anni, fortunatamente rimasto illeso, quando una Smart l'ha travolta. Dopo l'impatto la donna ha fatto un volo di diversi metri ed è finita sull'asfalto. Per lei non c'è stato niente da fare. A bordo viaggiavano il trentacinquenne e sua figlia: i due bambini sono gli unici testimoni della tragedia.
L'uomo si è fermato dopo l'investimento, per prestare soccorso. Ha fatto scattare l'allarme e ha atteso l'arrivo del personale sanitario: ogni tentativo di rianimarla si è rivelato vano. Sul posto sono presto arrivati anche gli agenti della polizia locale di Fiumicino, coordinati dalla Procura.
L'uomo alla guida conosceva la vittima: avrebbero cenato insieme poco prima
Poco dopo le prime indagini hanno permesso di raccogliere maggiori informazioni. L'uomo alla guida della Smart e la donna investita si conoscevano. Erano colleghi, secondo alcuni sarebbero stati legati anche da una profonda amicizia, forse sfociata in una relazione e avrebbero cenato insieme la sera stessa dell'incidente. Le indagini vogliono chiarire se si sia trattato di femminicidio. L'uomo indossava il braccialetto antistalking, richiesto da una precedente relazione.
Difficile, però, avere contezza del rapporto che li univa: le colleghe, che lavoravano con entrambi, non hanno informazioni a riguardo. "Sicuramente erano amici", hanno spiegato a Fanpage.it. "Non mi ha mai raccontato di questo Cristiano, non l'ho mai visto alle feste organizzate da lei né a quelle per il bambino", ha raccontato invece uno dei suoi migliori amici.