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Delitto di Arce, omicidio di Serena Mollicone

Omicidio Serena Mollicone, la pm: “Santino Tuzi si è ucciso perché lasciato solo”

Il brigadiere Santino Tuzi si è ucciso una settimana dopo aver dichiarato in procura che Serena Mollicone era entrata nella caserma di Arce il giorno della sua scomparsa.
A cura di Natascia Grbic
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"Santino Tuzi si è suicidato perché lasciato solo". A dichiararlo, nel corso della requisitoria del processo per l'omicidio di Serena Mollicone, è la pubblico ministero Beatrice Siravo. Tuzi si è suicidato con un colpo di pistola alla testa l'11 aprile 2008, una settimana dopo aver raccontato alla Procura di aver visto Serena Mollicone entrare nella caserma di Arce.

In seguito alle sue dichiarazioni sarebbe stato lasciato isolato da amici e colleghi. Nel suo caso, s'indaga per istigazione al suicidio. "Se Santino non si fosse suicidato, visto che nessuno confermava le sue dichiarazioni, sarebbe andato a giudizio per l'omicidio come è accaduto a Carmine Belli. Vorrei riabilitare l'immagine di Santino. È stato l'unico che ha rotto il muro del silenzio e ha pagato con la vita le sue dichiarazioni".

Gli imputati per l'omicidio di Serena Mollicone

A processo per la morte di Serena sono finiti il maresciallo dei carabinieri Franco Mottola, la moglie Anna Maria, il figlio Marco, accusati di omicidio e occultamento di cadavere. Il maresciallo Vincenzo Quatrale è accusato di concorso esterno in omicidio e istigazione al suicidio del brigadiere Santino Tuzi, mentre l'appuntato Francesco Suprano è accusato di favoreggiamento.

Tutti gli imputati si sono sempre dichiarati innocenti e negano che il primo giugno 2001 Serena Mollicone sia entrata nella caserma di Arce. Di diverso avviso l'accusa, che ritiene come sia proprio la caserma il luogo del delitto. La giovane è stata trovata cadavere due giorni dopo in località Fontecupa, nel territorio di Fontana Liri.

"Serena si sarebbe potuta salvare"

Nel corso della sua requisitoria, la pubblico ministero ha citato la superperizia della medico legale Cristina Cattaneo, decisiva per la riapertura del processo. "Serena ha avuto un colpo alla testa ed è sopravvissuta, aveva riportato un trauma importante ma non letale. Si sarebbe potuta salvare ma è stata soffocata con un nastro adesivo che le ha avvolto la bocca ed è stata finita".

"I Mottola come i Ciontoli"

"La famiglia Mottola è tutta coinvolta nell'omicidio di Serena Mollicone, così come la famiglia Ciontoli lo era nell'omicidio di Marco Vannini", ha poi aggiunto la pubblico ministero Carmen Fusco. "Serena se immediatamente soccorsa si sarebbe salvata ma muore per effetto di una condotta attiva, perché i Mottola tutti presenti e tutti concordi sul da farsi, davanti a una ragazza svenuta ma viva, le ostruiscono le vie aree e le chiudono il capo con un sacchetto di plastica e con il nastro adesivo", riporta Adnkronos.

Notizia in aggiornamento

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