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Omicidio Femia, condanna all’ergastolo e a 24 anni per i killer del boss della ‘ndrangheta

Massimiliano Sestito e Francesco Pizzata sono stati condannati rispettivamente all’ergastolo e a 24 anni di reclusione per aver ucciso il boss della ‘ndrangheta Vincenzo Femia. Secondo quanto emerso dalle indagini, il 67enne è stato ucciso per questioni inerenti alla spartizione del mercato della droga nella capitale.
A cura di Natascia Grbic
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È stata confermata la condanna all'ergastolo per Massimiliano Sestito e ridotta a 24 anni e otto mesi la pena per Francesco Pizzata accusati dell'omicidio del boss della ‘ndrangheta Vincenzo Femia. Il 67enne è stato ucciso a Roma nel 2013 con diversi colpi di pistola, e il corpo ritrovato in una zona periferica della capitale. Sestito e Pizzata sono stati arrestati dopo le indagini degli agenti della Squadra mobile coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma. Il nuovo processo di appello si è celebrato dopo due rinvii della Corte di Cassazione. Nel processo d'Appello ter il sostituto procuratore generale Francesco Mollace aveva chiesto la condanna all'ergastolo per entrambi.

L'omicidio del boss Vincenzo Femia

Vincenzo Femia è stato ucciso nel 2013 con nove colpi di pistola al volto all'Ardeatino, il corpo lasciato nella propria autovettura, dove poi è stato ritrovato. Secondo quanto emerso dalle indagini, il 67enne è stato ucciso da persone che conosceva, uomini sempre della ‘ndrangheta con cui c'erano dei dissidi per la spartizione del mercato della droga a Roma. Dissidi che hanno portato al suo omicidio, avvenuto per mano del collaboratore di giustizia Gianni Cretarola, il primo a parlare e squarciare il velo di silenzio sull'omicidio di Femia. Cretarola, che poi è stato condannato a dodici anni di carcere col rito abbreviato, ha confessato agli agenti di far parte del commando che aveva ucciso Femia, rivelando i nomi degli altri killer, arrestati poco dopo dagli agenti della Squadra Mobile. Sestito, che nel 1991 aveva ucciso un carabiniere dopo essere stato fermato a un posto di blocco e si trovava in regime di semilibertà, aveva provato a far perdere le sue tracce subito dopo l'arresto di Cretarola, ma è stato individuato dagli agenti su una spiaggia di Palinuro, mentre prendeva il sole insieme a un amico. Anche l'arresto di Pizzata, all'epoca appena 22enne, è avvenuto poco dopo.

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