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Occupato anche il liceo Cavour a Roma, gli studenti: “Così rispondiamo alle politiche del Governo”

La nostra mobilitazione, si legge nel comunicato degli studenti, “mira ad una scuola sicura e inclusiva, nella quale non vi siano discriminazioni di alcun genere. La nostra società è basata esclusivamente su convenzioni sociali e risulta essere un sistema con uno smisurato disprezzo verso le diversità”.
A cura di Enrico Tata
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Continuano le occupazioni nelle scuole di Roma e oggi è il turno del liceo Cavour. Con un lungo comunicato, gli studenti hanno spiegato le ragioni della protesta. La nostra mobilitazione, si legge, "mira ad una scuola sicura e inclusiva, nella quale non vi siano discriminazioni di alcun genere. La nostra società è basata esclusivamente su convenzioni sociali e risulta essere un sistema con uno smisurato disprezzo verso le diversità. In particolare, la recente vicenda di un ragazzo della nostra scuola a cui non è stato riconosciuto il cambio di nome in relazione al suo percorso di transizione, concordato con l’adesione alla Carriera alias – così come le trasgressioni ai PDP/PEI- mostra che è tanta ancora la strada da fare per cambiare questo sistema ingiusto". I ragazzi si riferiscono alle parole offensive che un professore dell'istituto ha recentemente rivolto a un ragazzo trans: "Davanti a me ho una donna, non posso riferirmi a te diversamente".

L'occupazione, ribadiscono i ragazzi, "è per noi costruzione, non distruzione. Dicendo questo, ci rivolgiamo alla dirigente, ai professori, ai genitori: abbiate fiducia e non risentimento. È sembrato l’unico modo per farci ascoltare, con l’obiettivo di proporre un nuovo rapporto tra adulti e giovani, tra studenti e professori, tra ragazzi e istituzioni".

Critiche vengono rivolte anche alla decisione del governo di eliminare il Bonus Cultura destinato a studenti e insegnanti. Vengono evidenziati anche problemi legati alle condizioni dell'edificio scolastico (lavandini inutilizzabili, caduta di un pezzo di metallo dal soffitto del bagno, tubature rotte).  In definitiva, è la conclusione del documento, "la nostra occupazione vuole tentare di essere una risposta al modello di presunta meritocrazia ostentato dall'attuale Ministero. In relazione a questo non intendiamo attaccare il concetto del merito in sé, ma evidenziare come nella società attuale questo non possa essere considerato valido e applicabile poiché ogni persona parte da una condizione economica, sociale, culturale differente. Attualmente la meritocrazia causa una lotta alla sopravvivenza, mettendo gli uni contro gli altri e generando fenomeni che poi si ripercuotono sul benessere fisico e mentale dell'individuo. Volenterosi di creare una società di responsabilità e coesione, ci opponiamo al vigente modello di scuola tramite la nostra occupazione".

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