“No a un editore fascista a Più Libri Più Liberi”, l’appello firmato da oltre 50 autori fra cui Barbero e Zerocalcare

Un appello firmato da oltre cinquanta fra case editrici e autori presenti alla fiera del libro Più Libri Più Liberi al via il prossimo 4 dicembre. Fra loro nomi più e meno noti, a partire da Alessandro Barbero e Zerocalcare. "No ad un editore fascista alla fiera" è stata la loro protesta quando hanno saputo che fra gli stand alla Nuvola sarà presente anche quello di "Passaggio al Bosco", che offre un catalogo basato in ampia scala su esperienze e figure nazifasciste. Intellettuali, autori e case editrici hanno subito tuonato contro l'Associazione italiana editori in cerca di spiegazioni.
"No a una casa editrice fascista a Più Libri Più Liberi": il catalogo
Cinquanta fra autori, autrici e case editrici, il cui numero, però, potrebbe essere in crescita, hanno firmato un comunicato in cui vengono chieste spiegazioni riguardo alla presenza dello stand.
"Da autrici, autori, case editrici, e naturalmente persone che frequentano le manifestazioni culturali di questo paese, siamo rimasti sorpresi nello scoprire che, tra gli stand della fiera della piccola e media editoria Più Libri Più Liberi, quest’anno abbia trovato spazio Passaggio al Bosco, casa editrice il cui catalogo si basa in larga parte sull'esaltazione di esperienze e figure fondanti del pantheon nazifascista e antisemita – si legge nell'appello – Nelle dichiarazioni dell'editore, questi titoli dovrebbero rappresentare Il punto di vista del pensiero identitario; quale sia precisamente questo punto di vista lo si capisce scorrendo le schede dei libri compilate dall'editore stesso: il pamphlet scritto da Leon Degrelle, fondatore della divisione vallona delle Waffen Ss, rappresenterebbe impareggiabile contributo alla formazione dell’élite militante", citano come primo esempio.
"Lo stesso Degrelle, insieme a Corneliu Zelea Codreanu, fondatore della Guardia di Ferro e del Movimento Legionario, due tra i più violenti e antisemiti movimenti fascisti degli anni ‘30 in Romania, figurano tra gli interpreti delle Più alte virtù di coraggio, disciplina, senso del dovere, altruismo e dominio di sé".
I volontari delle brigate nere sono protagonisti della Eroica resistenza degli ultimi fascisti, la loro adesione fino all'ultimo al sanguinoso progetto dell'Asse rappresenta il proseguimento della lotta del sangue contro l'oro, espressione usata da vari movimenti fascisti negli anni ‘30 e ‘40 per indicare proprio la guerra mossa alle democrazie liberali e all'ebraismo. Queste sono solo alcune delle figure cardine di questo pensiero identitario di cui il catalogo è ricchissimo".
L'appello di autori, autrici e case editrici in protesta
"Appare evidente che non si tratta di testi di studio o di indagine su determinati fenomeni o periodi storici, ma di un progetto apologetico che dipinge la temperie dei fascismi europei, anche nei loro aspetti più violenti, persecutori e sanguinari, come un'esperienza eroica da cui trarre esempio – scrivono ancora prima di arrivare alla richiesta – Sorge spontaneo chiedere allora all'Associazione Italiana Editori, responsabile dell'assegnazione degli stand: com'è possibile che, pur nel rispetto di ogni orientamento politico, questo tipo di pubblicazione sia stata ritenuta compatibile con il regolamento che viene sottoscritto da ogni editore? Non c'è forse una norma (l’Articolo 24, Osservanza di leggi e regolamenti) che impegna chiaramente gli espositori ad aderire a tutti i valori espressi nella Costituzione Italiana, nella Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea e nella Dichiarazione universale dei diritti umani ed in particolare a quelli relativi alla tutela della libertà di pensiero, di stampa, di rispetto della dignità umana, di libertà della persona senza distinzione alcuna, per ragioni di etnia, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione, rifiutando ogni forma di discriminazione rispetto al godimento di tali diritti?".
La lettera si conclude ponendo "domande e preoccupazioni" per "aprire una riflessione sull'opportunità della presenza di tali contenuti in una fiera che dovrebbe promuovere cultura e valori democratici".
La risposta dell'Aie dal presidente Cipolletta: "Siamo la casa di tutti gli editori italiani. Lettori e magistratura valuteranno"
Mentre la lista dei firmatari e delle firmatarie aumenta, è arrivata la risposta dall'Aie, Associazione Italiana Editori, per cui ha preso parola il presidente Innocenzo Cipolletta: "Questa fiera è nata su iniziativa dell’Associazione Italiana Editori e si chiama Più libri più liberi perché si propone come la casa di tutti gli editori italiani, indipendentemente dalla loro linea politica, editoriale e culturale. I capisaldi dell’editoria contemporanea sono due: il diritto d’autore e la libertà di edizione. Senza questi due pilastri, l’editoria, per come la conosciamo, crolla – ha spiegato in una nota – Il no ad ogni forma di censura è quindi un no che, per un’Associazione come la nostra, è pregiudiziale, viene prima di qualsiasi altra cosa. Allo stesso tempo, questo non è un liberi tutti: il rispetto delle leggi vigenti, della Costituzione italiana, che nasce antifascista, delle norme europee ispirate ai concetti di libertà, uguaglianza, democrazia sono prerequisiti del nostro agire e condizione di partenza su cui impostare confronto, dialogo, collaborazione con gli altri".
E poi ha concluso: "I nuovi espositori vengono accolti sulla base dei posti disponibili e nell’ordine di arrivo delle domande. La domanda di partecipazione di Passaggio al bosco, della cui base ideologica sottostante non condivido nulla, è arrivata tra le prime, quindi accettata. Noi pensiamo di non poter giudicare se tale sottoscrizione, come tutte le altre, sia stata fatta in buona o cattiva fede, perché questo aprirebbe uno spazio di discrezionalità nella scelta degli espositori che limita la loro libertà di pubblicazione. Resta che con tale gesto Passaggio al bosco dichiara di riconoscere i valori espressi dalla nostra Costituzione. Saranno i lettori a valutare quei libri, così come spetterà alla Magistratura vigilare e verificare sulla liceità delle azioni e sulla opportunità della presenza di quei testi in un Paese come il nostro dove vige il divieto dell’apologia al fascismo".