Neonata e donna morte a Villa Pamphilj sono madre e figlia, testimone le ha viste con un uomo

Sono madre e figlia la donna e la neonata trovate morte ieri a Villa Pamphilj. Sono state identificate. Sarebbe dunque confermato il legame di parentela tra le due vittime, l'ipotesi è duoplice omicidio. Si tratterebbe di una donna sulla quarantina originaria della Romania, mentre la bimba avrebbe cinque mesi. La Procura della Repubblica di Roma ha aperto un fascicolo per duplice omicidio. Sul posto la Scientifica lavora ai rilievi del caso, l'area in cui sono stati ritrovati i due cadaveri, la neonata dentro ad un rovo e la donna in un sacco nero, è transennata.
Un testimone ha visto mamma e figlia con un uomo
A riportarlo è Il Corriere della Sera. Pare che sia stato possibile accertarne l'identità grazie alle impronte digitali presenti nella banca dati. Martedì 10 giugno sono invece in programma l'autopsia e il test del DNA per la conferma definitiva, che toglierà ogni dubbio.
Secondo quanto ricostruito finora un uomo originario anche egli dell'Est Eurpa sarebbe attenzionato dalla polizia, ma non ci sono ancora certezze. Forse è legato alle due vittime. A parlare di questa persona sarebbe stato uno dei testimoni, che avrebbe detto agli inquirenti di aver visto tutti e te più volte a Villa Pamphilj nell'area del parco prima del ritrovamento drammatico. Ma il quadro della vicenda è ancora tutto da delineare.
Nessun segno di violenza sul copo della donna, morta prima della figlia
Dai primi accertamenti fatti sulla salma della donna non ci sarebbero segni di violenza che potrebbero far pensare ad un omicidio. Il cadavere era chiuso in un sacco nero con un braccio che scendeva fuori. Prima della donna è stata trovata morta la neonata intorno alle 17 di ieri. Il corpicino era in un rovo. Due ore dopo, verso le 19 una ragazza ha trovato il corpo senza vita della donna in via Leone XIII. Dai primi rilievi sarebbe emerso che il decesso della donna sarebbe riconducibile ad alcune ore prima di quello della bambina, a circa 200 metri di distanza. Gli inquirenti lavorano e mantengono il massimo riserbo sulla vicenda. I poliziotti indagano a 360 gradi e non escludono alcuna pista.