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Morto a Regina Coeli 13 mesi fa, il figlio Samuel Garofalo: “Troppo silenzio, vogliamo risposte”

A tredici mesi dalla morte a Regina Coeli del 49enne Carmine Garofalo, parla il figlio Samuel, attore professionista. “Non era un santo, aveva dei problemi ma non è un motivo per cancellargli la sua dignità”.
A cura di Beatrice Tominic
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L'attore Samuel Garofano con il padre Carmine. Foto da Facebook.
L'attore Samuel Garofano con il padre Carmine. Foto da Facebook.

Sono passati 13 mesi da quando, il 16 agosto 2022, Carmine Garofalo è morto nel carcere di Regina Coeli. A seguito di quanto accaduto, sono state aperte due inchieste, una interna e l'altra penale. Eppure, a più di un anno dai fatti, non è stata fatta chiarezza sulla morte del quarantanovenne: due autopsie, l'ipotesi di un omicidio ancora troppo sfocata, nessun nulla osta per la sepoltura.

Come riporta il Corriere della Sera, a parlare adesso è il figlio dell'uomo, Samuel Garofalo, attore professionista che ha recitato con Luchetti e con Ozpetek nella serie su Le fate ignoranti.  "Mio padre non era un santo, ma un uomo con problemi di bipolarismo e ciclici guai di droga – ha dichiarato – È un motivo per togliergli la dignità? Siamo sbalorditi, vogliamo solo verità e giustizia". Le notizie apprese sulla vicenda sono poche e confuse e la famiglia dell'uomo non è mai stata convocata.

"Abbiamo sentito che aveva sostanze stupefacenti in corpo, ma non abbiamo altre informazioni. Perché tutto questo silenzio? Non abbiamo un documento ufficiale, non un attestato, non una risposta. Come è possibile?"

La morte in carcere

Carmine Garofalo è morto poco dopo un mese dal suo arresto: era entrato in carcere il 16 luglio 2022 e dopo pochi giorni, il 2 agosto, sono cambiate le direttive della misura di reclusione. Garofalo tenta di impiccarsi con una t-shirt.

"Da quel momento il medico gli ha prescritto la sorveglianza continua – ha dichiarato la moglie Sonia Amantini – Poi è morto. E noi non sappiamo ancora niente: da tredici mesi dalla cella del carcere è passato a quella frigorifera, in attesa di sepoltura. Mio marito era un numero o una persona?".

Le testimonianze dei detenuti: "L'hanno ammazzato"

Ancora prima della famiglia, la vicenda era già stata denunciata da Gabrielle Stramaccioni, all'epoca garante dei diritti dei detenuti, che aveva avviato un percorso per fare chiarezza. Aveva inoltre citato anche due detenuti che sarebbero stati testimoni dell'omicidio di Garofalo e che hanno chiesto di essere ascoltati dalla magistratura per denunciare un'aggressione ai danni del quarantanovenne: secondo loro, non sarebbe stata una morte naturale. Ma nessuno li ha mai convocati. 

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