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Omicidio Primavalle, Michelle Causo uccisa a Roma

Michelle Causo uccisa a Primavalle, la versione del killer in aula: “Mi ha insultato e io ho reagito”

Sapeva quello che stava facendo. Questo è quanto emerge sul diciassettenne che ha ucciso e abbandonato in un carrello Michelle Causo, oggi imputato per omicidio aggravato. E in aula ha dichiarato una nuova versione dei fatti.
A cura di Beatrice Tominic
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Michelle Causo
Michelle Causo
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Nuova udienza per il processo sull'omicidio di Michelle Causo a Primavalle, uccisa e abbandonata in un carrello sotto casa del killer. In aula, oggi, l'imputato, un ragazzo di diciassette anni, ha proposto una nuova versione dei fatti. "Forse per eliminare da sé le aggravanti che, adesso, pendono nei suoi confronti", spiega a Fanpage.it l'avvocata che difende la famiglia Causo, Claudia Di Brigida. Al momento l'imputato, reo confesso, è accusato di omicidio aggravato dalla premeditazione, occultamento e vilipendio di cadavere.

La nuova versione del killer

"Nessuna infermità mentale: l'imputato era in grado di intendere e volere". Questo è quanto emerge dai risultati della perizia psichiatrica sul diciassettenne imputato per l'omicidio della sua coetanea, Michelle Causo. Si complicano le cose per il ragazzo, oggi in attesa di essere giudica, con rito abbreviato come da lui richiesto, dal Tribunale dei Minori.

Presente in aula nell'udienza di oggi ha fornito una nuova versione dei fatti: "Ha detto di essere stato insultato – continua l'avvocata Claudia Di Brigida – Ha spiegato che Michelle avrebbe toccato delle corde estremamente delicate su alcune confidenze che gli aveva fatto. E lui ha reagito. Uccidendola. Ha dato varie versioni nuove. La pistola non esiste più, la legittima difesa non esiste più, il debito di droga non esiste più. Esiste l'insulto. Questo nelle sue dichiarazioni".

Lo scopo, per l'avvocata, non è difficile da intuire: "Sta cercando una soluzione alla contestazione della premeditazione, punta a far emergere il delitto d'impeto – ipotizza – Il motivo dell'incontro invece non cambia: si erano visti per fumare insieme, anche se poi cambia sempre qualche dettaglio".

I risultati sulla perizia psichiatrica

Come anticipato, la perizia ha confermato che il ragazzo era in grado di intendere e volere quando ha ucciso e abbandonato Michelle Causo in un carrello della spesa. Il processo può continuare escludendo qualsiasi infermità. A richiedere accertamenti era stato il legale della difesa del ragazzo lo scorso febbraio. Non è chiaro come proseguiranno le prossime udienze: attesa fra fine giugno e inizio luglio, sicuramente, la sentenza.

A cura di Simona Berterame e Beatrice Tominic

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