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Metro di Roma aperte tutta la notte, è davvero possibile? Perché se ne sta parlando

Nel corso dell’ultima riunione della Commissione Mobilità è stato affrontato il tema della possibile apertura notturna delle metropolitane di Roma, grazie a un focus elaborato dal centro studi di Odissea Quotidiana.
A cura di Enrico Tata
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Immagine di repertorio
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Le metropolitane di Roma aperte tutta la notte, come accade in molte capitali europee. Al momento è soltanto suggestione, ma se n'è discusso nel corso di una Commissione Mobilità, grazie a un report realizzato dal centro studi di ‘Odissea Quotiana', il blog che si occupa tutti i giorni delle questioni della mobilità nella Capitale.

La metropolitana aperta sette giorni su sette anche di notte è possibile? Questa la domanda a cui ha cercato di rispondere il focus presentato oggi nel corso della riunione presieduta dal consigliere del Pd Giovanni Zannola. La risposta è negativa: attualmente "la metro di Roma non possiede le caratteristiche sufficienti per essere esercita h24/7", soprattutto a causa di alcuni problemi per le Metro A e B. L'altra faccia della medaglia è che resta possibile e auspicabile, però, "il servizio H24 durante il fine settimana".

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Tuttavia, ricordano gli esperti di Odissea Quotidiana, tenere aperta la metro anche di notte "ha un elevato valore sociale, ma è quasi sempre in perdita economica".

"Il contesto romano è particolare, lo sappiamo. Ma anche alcune scelte compiute in passato sembrano non andare nell'indirizzo della flessibilità. Per esempio la Metro C è stata realizzata come metropolitana pesante e questo rende la sua gestione molto più rigida. Non sono arrivati all'epoca input progettuali all'indirizzo di una flessibilità oraria", ha sottolineato Andrea Sciotti, direttore tecnico di Roma Metropolitane. "Sulla progettazione della Metro D, già pensata come metro leggera e non pesante, sicuramente si possono pensare input progettuali per renderla più flessibile in funzione di aperture notturne".

Secondo l'assessore capitolino ai Trasporti, Eugenio Patanè, "questi temi, che sono stati definiti suggestioni, ci danno però il senso di un percorso verso cui dovremmo tendere. Quello che hanno fatto le grandi città sulla mobilità è stato mantenere ferma una visione complessiva nel corso dei decenni. Non c'è stato mai un ripensamento sul dove si doveva andare. Ovviamente il lavoro è molto lungo e complesso, ma se si cambia idea ogni cinque anni questo significa allargare ulteriormente il gap tra noi e le altre città".

Per Patanè, quindi, "parlare di questi temi consente di capire la direzione verso cui dovremmo andare. Adesso noi stiamo facendo le cose essenziali per garantire il servizio delle metropolitane di Roma, ma poi dovremo cominciare a lavorare sui progetti. Per fare questo, noi dovremo avere una forte idea comunitaria delle politiche della mobilità, cioè indirizzi chiari e condivisi da tutti. Più che suggestione, quindi, io definirei il tema che è stato discusso un percorso per il futuro".

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