Metro C, ecco gli emendamenti per riottenere 50 milioni di fondi tagliati: in campo anche Lotito

Le opposizioni in Senato vengono in aiuto di Roma Capitale. Fra le migliaia di emendamenti alla legge di bilancio presentata dal governo di Giorgia Meloni, ce ne sono tanti che chiedono l'eliminazione dei tagli alla metro C. Non solo Pd, Italia Viva e Avs, anche Forza Italia, con il patron della Lazio Claudio Lotito che punta all'inizio dei lavori nel 2026 per il tratto T1. La futura stazione Auditorium, infatti, sorgerà a circa 150 metri dallo Stadio Flaminio che la società biancoceleste punta a prendere in concessione.
Obiettivo: riottenere 50 milioni per la metro C
La discussione della legge di bilancio 2026 in Parlamento potrebbe segnare il futuro della mobilità di Roma per i prossimi anni. Si inizierà in Senato per poi passare alla Camera e provare a riottenere i 50 milioni tagliati dal ministero dell'Economia e delle Finanze un mese fa. La cifra non è alta – considerando che a fine 2024 il taglio era stato di 425 milioni – ma è stata definita dall'assessore alla Mobilità Eugenio Patanè a Fanpage.it "il sassolino che fa cadere la montagna". Questo perché la metro C rientra nella vecchia Legge Obiettivo del 2001, per cui non si può approvare un'opera pubblica se non si hanno tutti i fondi necessari per realizzarla.
Gli emendamenti di Pd e di Claudio Lotito
Molti gli emendamenti a firma Partito Democratico a sostegno delle linee metropolitane romane. Filippo Sensi, Beatrice Lorenzin, Cecilia D'Elia, Daniele Manca, Antonio Misiani sono alcuni dei firmatari delle varie proposte di modifica. Dal 99.71 che recita: "Al fine di garantire il funzionamento delle linee metropolitane di Roma, con priorità per l'acquisto di nuovo materiale rotabile e per la manutenzione ordinaria e straordinaria dei mezzi, è autorizzata la spesa di 20 milioni di euro per l'anno 2026".
Inoltre "per la prosecuzione dei lavori relativi alla realizzazione Linea C della Metropolitana di Roma sono stanziati ulteriori 50 milioni di euro per l'anno 2026". Esattamente quel sassolino che terrebbe in piedi la montagna. Per lo stesso obiettivo si è speso anche il senatore di Forza Italia e presidente della Lazio Claudio Lotito, che con il suo 144.TAB.10.2.5, chiede di reintrodurre la stessa cifra ma modificando le tabelle. Anche nel centrodestra c'è chi vuole evitare lo slittamento dei lavori della tratta T1, che passerebbe molto vicino allo Stadio Flaminio, principale indiziato come nuova casa del club biancoceleste. Con il 99.96 Lorenzin, D'Elia e Sensi provano ad andare sul sicuro: 50 milioni annui in più dal 2026 al 2028.
Chiesti finanziamenti anche per linea D e per estensione di A e B
Metro C ma non solo. Con l'emendamento 99.95 Lorenzin chiede di varare 160 milioni da utilizzare per la progettazione della linea D e per il prolungamento della B da Rebibbia a Setteville. Ma anche 1,5 miliardi fra il 2026 e il 2034 per la realizzazione di una biforcazione linea A oltre l'attuale capolinea di Battistini: verso Torrevecchia da un lato e verso Monte Mario dall'altro. E poi il 99.98, per il finanziamento aggiuntivo di 10 milioni per acquistare materiale rotabile.
Ilaria Cucchi e Celestino Magni di Alleanza Verdi e Sinistra, Ivan Scalfarotto, Enrico Borghi e Raffaella Paita sono fra i firmatari dei tanti altri emendamenti a favore della mobilità romana.