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Omicidio Marco Vannini

Marco Vannini, i genitori: “Martina in bagno al momento dello sparo? Noi l’abbiamo cancellata”

Per la prima volta la Corte ha messo nero su bianco quello che loro affermavano da oltre cinque anni, ovvero che l’intera famiglia Ciontoli fosse responsabile della morte del figlio, facendo emergere come Martina Ciontoli si trovava in bagno al momento dello sparo e invece di aiutare Marco avrebbe aiutato il padre da subito a depistare le indagini. Ora la famiglia Vannini aspetta l’epilogo di questa battaglia giudiziaria, ovvero la pronuncia della Cassazione.
A cura di Simona Berterame
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"Leggere le motivazioni è stata una piccola vittoria anche se in realtà non si può parlare di vittoria perché comunque noi abbiamo perso nostro figlio e non ce lo ridà nessuno". Il pensiero di Marina Conte, la mamma di Marco Vannini, è racchiuso tutto in questa frase. Quando ha letto insieme al marito Valerio le 85 pagine di motivazioni della sentenza di appello bis pronunciata il 30 settembre, si è sentita sollevata ma c'è poco da festeggiare. Per la prima volta la Corte ha messo nero su bianco quello che loro affermavano da oltre cinque anni, ovvero che l'intera famiglia Ciontoli fosse responsabile della morte del figlio. Tutti condannati per omicidio volontario: 14 anni al capofamiglia Antonio per omicidio volontario con dolo eventuale , 9 anni e 4 mesi  alla moglie Maria e ai figli Martina e Federico per concorso anomalo in omicidio volontario.

Le motivazioni della sentenza: "Crudeltà dei Ciontoli"

"Martina Ciontoli era nel bagno ed ha assistito al colpo d'arma da fuoco esploso dal padre nei confronti di Marco" scrivono in modo chiaro i giudici della 2° Corte d'Assise. Su questo elemento non hanno dubbi, la giovane ha visto l'esplosione e quindi anche le immediate conseguenze come la fuoriuscita di sangue e la reazione del fidanzato. "Invece di intervenire per aiutare Marco – si legge ancora nella sentenza – aiuta il padre a depistare le indagini, contribuendo ad avvalorare la versione da lui fornita". Il ruolo di Martina è il rammarico più forte dei genitori di Marco, che per anni avevano accolto la ragazza in casa come una figlia. "Martina noi l'abbiamo cancellata, lei è stata la ragazza di Marco fino a due minuti prima che venisse esploso il colpo d'arma da fuoco – dice Valerio Vannini con rammarico – perché per come si è comportata dopo ha dimostrato di non amarlo". La sentenza sottolinea poi come la condotta della famiglia Ciontoli sarebbe stata segnata da "una vera e propria crudeltà".

Il ricorso in Cassazione

La battaglia legale di Marina e Valerio non è ancora finita. Manca l'ultimo passaggio ovvero la Cassazione. Gli avvocati della famiglia Ciontoli hanno tempo fino a metà gennaio per presentare ricorso, poi se verrà accettato si tornerà ancora una volta davanti agli ermellini. I tempi ancora non sono certi ma l'epilogo di questa lunga vicenda giudiziaria potrebbe arrivare entro l'estate 2021.

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