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Manifestazione a sostegno delle ruspe all’Ex Snia: “Lavori autorizzati dalla polizia”. Ma non è vero

Dove non sono entrati i consiglieri comunali e le forze dell’ordine, sono arrivati i manifestanti guidati da Simone Carabella. Proclamatosi presidente di un improvvisato comitato di quartiere, ha dichiarato che l’abbattimento della vegetazione nel parco dell’Ex Snia è stato autorizzato dal commissariato di Porta Maggiore. Che però ha smentito.
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Non c’è più traccia di verde nell’area ex Snia ancora in mano privata. I lavori di sbancamento della vegetazione proseguono da mesi, nonostante i vincoli paesaggistici che ne impedirebbero la prosecuzione. Mentre gli attivisti del Forum delle Energie proseguono con la protesta contro le ruspe e portano avanti le consuete attività nell’area pubblica del parco, ieri dietro i cancelli del gruppo del costruttore Pulcini si è svolta un’inconsueta manifestazione.

Convocato da Simone Carabella, già conosciuto per i suoi tuffi di capodanno nel Tevere, per una candidatura con Fratelli d’Italia, per i feeling con il generale Pappalardo, ora in veste di presidente di un improvvisato comitato di quartiere, un presidio di una trentina di persona si è radunato sul terreno oggetto dei lavori. Bandiere italiane e slogan sulla sicurezza, la maggior parte dei presenti, una trentina, erano appartenenti alla comunità bengalese. Ai giornalisti, vietato l’ingresso. “Siamo qua per denunciare una questione di sicurezza, le persone la sera non possono girare con i bambini”, dice al megafono Carabella. “Stanno pulendo un’area dalla vegetazione, i centri sociali non vogliono perché sono per l’insicurezza”.

Carabella si riferisce a un’ordinanza di disboscamento che sarebbe stata emessa dal Commissariato di Porta Maggiore e che giustificherebbe la devastazione incontrollata in atto nell’area. “Un’ordinanza di cui non c’è traccia, persino il Commissariato ha smentito”, spiega Sabrina Baldacci del Forum delle Energie. “L’abbattimento di fusti non è nelle competenze del Commissariato. Dopo numerosi esposti, aspettiamo l’intervento della magistratura, anche se ormai è troppo tardi, dietro quei cancelli non è rimasto nulla”.

Cosa abbia spinto uno sparuto gruppo di estremisti di destra e una rappresentanza della comunità bengalese a manifestare in una proprietà privata contro “la forestazione voluta dai centri sociali” resta difficile da spiegarsi. “Sono amici del custode bengalese e qualche operaio del gruppo”, dicono gli attivisti. Uscito dai cancelli, il gruppo di persone si è poi recato presso gli uffici del V Municipio per incontrare il presidente Giovanni Boccuzzi.

Nel frattempo va avanti la vita nella parte di monumento naturalistico del parco, il polmone ancora verde tra le colate di cemento di via Prenestina e Casalbertone. Ieri è iniziata una tre giorni di eventi che ha portato le classi dei bambini del quartiere a visitare il lago. Tante le iniziative previste, con tour illustrativi della fauna e dell’apiario curato dai volontari. “Tante famiglie passano qua le loro giornate”, racconta Baldacci, “ci commuove la vicinanza dei piccoli che hanno tappezzato gli alberi con i loro disegni a tema parco e ci domandano quotidianamente perché le ruspe stanno spianando la vegetazione aldilà delle recinzioni”.

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