Madonna di Trevignano, chiesto il rinvio a giudizio per Gisella Cardia e il marito per truffa

Rinvio a giudizio per Gisella Cardia, al secolo Maria Giuseppa Scarpulla e suo marito Gianni per truffa aggravata e continuata in concorso è la richiesta avanzata dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia sulla vicenda che ruota intorno alle false "apparizioni" della Madonna a Trevignano Romano e in merito di un presunto giro di donazioni da parte dei fedeli. I coniugi Cardia hanno infatti a loro carico tre denunce: una da parte dell'ex fedele Luigi Avella, che ha donato 123mila euro all'associazione Madonna di Trevignano Romano Ets, di sua moglie e di una fedele francese.
La decisione sulla richiesta di rinvio da parte della Procura è arrivata diverse settimane dopo l'incidente probatorio al Tribunale di Civitavecchia, quando è stata illustrata la perizia sul sangue disposta dalla giudice delle indagini preliminari Vittoria Sodani, che ha incaricato il genetista forense Emiliano Giardina. La Procura ha acquisito la documentazione del gip e ha formulato la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti dei coniugi Cardia. Ora spetta al giudice esprimersi sulla richiesta di rinvio, qualora l'accolga la coppia dovrà affrontare il processo. La prossima udienza davanti al giudice è fissata al 7 aprile 2026.
L'avvocato Marchignoli: "Gisella Cardia è sollevata, emergerà la verità"
"La signora Gisella Cardia accoglie con tranquillità la decisione della richiesta di rinvio a giudizio nella consapevolezza che si tratta di un passaggio importante e necessario, per poter finalmente chiarire nelle sedi competenti ogni aspetto della vicenda che la vede coinvolta – commenta uno degli avvocati difensori di Gisella Cardia, Solange Marchignoli – Pur trattandosi di un momento delicato la signora si dichiara perfino sollevata, ritenendo che questa fase consentirà di far emergere in modo limpido e definitivo la verità dei fatti, ponendo così fine alle interpretazioni distorte, alle illazioni e alle polemiche, che l'hanno ingiustamente interessata negli ultimi mesi. Ha piena fiducia nell'operato della magistratura ed è serena".
Per la Procura "terrorizzavano anziani e disabili per soldi"
Tra fine agosto e inizio settembre scorsi è stato depositato l'atto di chiusura delle indagini, per gli inquirenti le donazioni volontarie fatte dai fedeli tra il 20218 e il 2023 ammontano a oltre 365mila euro. Denaro versato all'associzione con l'intenzione di essere d'aiuto alle persone bisognose, ma che "non risulta destinato a opere benefiche". Per la Procura i due indagati generavano nei fedeli "il timore di un pericolo immaginario, per indurli a effettuare elargizioni" ossia a dare soldi. Nel farlo si approfittavano di persone "affette da infermità fisiche e di condizioni di fragilità psichica". Per la Procura i coniugi Cardia hanno agito "con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, in concorso tra loro, al fine di trarre l'ingiusto profitto, costituito sia dalla raccolta di denaro dai fedeli, sia dall'acquisizione di una forte visibilità mediatica, con artifizi e raggiri".
Per il perito del gip nessun dubbio: il sangue sulla statua è solo di Gisella Cardia
Per il perito incaricato dalla gip, Emiliano Giardina, che si è occupato tra gli altri casi anche di Yara Gambirasio, non ci sono dubbi: il sangue sulla statuetta della Madonna e sul quadro di Cristo appartiene a Scarpulla e solo a lei. Ciò emerge dagli esami da lui effettuati e da quelli dei carabinieri del Ris, che risalgono al 2016. Fanpage.it ha anticipato i risultati della perizia, Giardina li ha ribaditi ai giornalisti all'uscita dell'udienza.
La gip in aula ha invece deciso di non ascoltare la perita di parte Marina Baldi, che ha depositato le sue osservazioni sulla perizia. Quella su statuetta e quadro è stata una battaglia tra periti: se per Giardina il sangue è solo dell'indagata, per Baldi non si può parlare di sangue di Gisella, ma piuttosto che c’è sangue e inoltre il DNA dell’indagata". Baldi sostiene che dalla perizia emerge una traccia mista ossia che "sulla statua della Madonna e sul quadro di Cristo c'è il DNA di altre persone ignote oltre a quello di Gisella Cardia".