Lucha y Siesta, Corte dei Conti smentisce Rocca: non c’è danno erariale. Le attiviste: “Fermare sgombero”
Sono stati assolti dalla Corte dei Conti quattro dirigenti della Regione Lazio accusati di danno erariale in merito all'acquisto della casa della donne Lucha y Siesta. A riportarlo, è la Repubblica. Secondo la Corte, la Regione guidata all'ora dal presidente Nicola Zingaretti, comprare quello stabile al prezzo di 1,7 milioni di euro non fu uno spreco di risorse pubbliche. Soprattutto considerando l'importanza delle attività messe in campo da Lucha y Siesta, da anni fulcro e punto di riferimento a Roma per il contrasto alla violenza di genere e di aiuto per le vittime.
"Dopo l' assoluzione arrivata a gennaio nel procedimento che vedeva sul banco degli imputati l’Associazione Casa delle donne Lucha y Siesta, anche la Corte dei Conti si è espressa molto chiaramente: Lucha y Siesta non è uno sperpero illegale ma è un bene pubblico irrinunciabile", hanno dichiarato le attiviste a Fanpage.it. "Il ‘teorema legalità' invocato da Rocca e dall'assessora alle pari opportunità Baldassarre per chiudere definitivamente la nostra esperienza non ha quindi nessun fondamento. Ci è molto chiaro che la testarda volontà di chiudere per sempre l'esperienza complessiva della casa delle donne risponde a ragioni di contrapposizione ideologica. Ma lo abbiamo sempre detto, non abbiamo paura del confronto e pensiamo che qualsiasi contrapposizione ideologica non possa essere giocata sui corpi e la vita delle donne. Riteniamo doveroso da parte della Regione Lazio fermare lo sgombero e aprire un dialogo con il sindaco Gualtieri per ripristinare la Convenzione illegittimamente revocata. Lucha y Siesta deve continuare a vivere in via Lucio Sestio 10, perché lì è la sua prima casa".
Uno dei primi atti dell'amministrazione Rocca è stato quello di disporre lo sfratto per Lucha y Siesta. La giunta di centrodestra ha revocato con la convenzione e la concessione in comodato d'uso gratuito, annunciando che lo stabile sarebbe stato messo a bando. "È un'ipotesi che non esiste", avevano commentato le attiviste, apprendendo la notizia. "La struttura sarà ristrutturata e riassegnata ad altre associazioni tramite bando pubblico. E se avrà i requisiti, potrà partecipare anche l'associazione di Lucha y Siesta", aveva commentato Rocca.
Lo stabile di Lucha y Siesta era di proprietà di Atac, che aveva citato in giudizio le attiviste per presunti danni da oltre un milione di euro. Il 24 novembre, la notizia che la municipalizzata si era ritirata dal processo, finito così con un'assoluzione.