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Liceo Argan occupato, studenti calano uno striscione: “Aule piene e laboratori a rischio”

Prima occupazione dell’autunno 2022 a Roma: ad inaugurare questa stagione di proteste è il liceo Argan. “Aule piene e laboratori non sicuri”, dicono studenti.
A cura di Beatrice Tominic
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Lo scorso anno era stato il liceo artistico Ripetta, a pochi passi dal Lungotevere, in pieno centro a Roma, a dichiarare l'occupazione per primo: era il 20 ottobre 2021. Oggi, con dieci giorni di anticipo rispetto allo scorso anno, è toccato ad un altro liceo artistico, stavolta nel quadrante a sud est della capitale: gli e le studenti hanno deciso di occupare il liceo Argan, partendo dalla sede succursale.

"Mancano aule e laboratori sicuri in cui svolgere le lezioni", scrivono gli e le studenti del liceo Argan. "Le classi troppo piene, i laboratori spesso non possono essere usati e ci sono alcune aule non sicure come, ad esempio, il laboratorio di falegnameria – specificano dall'omonimo collettivo – Molte classi sono state costrette ad essere trasferite in un'altra sede per mancanza di posti, senza la possibilità di avere laboratori o di vivere la socialità con studenti del loro liceo".

L'inizio dell'occupazione

Le prime mobilitazioni sono partite questa mattina, ma già da tempo gli studenti hanno manifestato il loro malcontento per questioni che, più in generale, riguardano tutto il mondo della scuola e non solo. "Abbiamo chiesto un incontro alla preside, ma lei si è rifiutata di riceverci. Le azioni per far partire l'occupazione sono ancora in corso, adesso la situazione deve essere formalizzata", ha raccontato a Fanpage.it una studente di Osa, Opposizione Studentesca d'Alternativa, che frequenta il liceo. Oggi, nel frattempo, nella sede succursale, è stato organizzato un pranzo sociale e presto inizieranno anche i corsi autogestiti.

I motivi dell'occupazione

Mancanza di aule, omicidi in alternanza scuola-lavoro, guerra e crisi ambientale: questi i motivi dell'occupazione partita oggi. Ad interessare il corpo studentesco anche le questioni fuori dalle mura scolastiche: "Oltre i problemi quotidiani della scuola, si aggiunge la rabbia per un futuro incerto per noi giovani hanno continuato i e le studenti di Osa – Vogliamo essere ascoltati: vogliamo investimenti nell'edilizia scolastica e l'abolizione dei PCTO, vogliamo la pace e lo stop all'invio delle armi in Ucraina, vogliamo il diritto all'aborto sicuro e gratuito per tutte e politiche serie di contrasto alla crisi ambientale".

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