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Lega e picchia la figlia adolescente: “Sei troppo occidentale, devi essere punita”

Una donna è finita in carcere dopo la condanna a 4 anni e mezzo per sequestro e maltrattamenti sulla figlia adolescente.
A cura di Alessia Rabbai
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Immagine di repertorio
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Quattro anni e mezzo di reclusione è la condanna che il giudice ha stabilito nei confronti di una donna, per i reati di sequestro di persona e maltrattamenti. Ha legato la figlia adolescente e l'ha picchiata, perché a suo dire aveva un comportamento "troppo occidentale". Oltre a picchiarla, la faceva colpire anche dai fratelli di quindici e sei anni. Dopo la condanna la donna però è riuscita a far perdere le proprie tracce, ma gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato di Terracina l'hanno trovata a accompagnata nella sezione femminile del carcere di Rebibbia. Da quanto si apprende si tratta di una donna di origine tunisina, all'epoca dei fatti cinquantacinquenne, che lavorava come colf in un appartamento di Roma.

I fatti risalgono al 2017, le indagini sono partite dalla denuncia della ragazza, allora diciassettenne. La giovane finita in una spirale di violenza, vittima della propria madre, ha preso coraggio e ha raccontato tutto alle forze dell'ordine per salvarsi e riprendersi la propria vita. I poliziotti hanno ascoltato il suo racconto e hanno inviato l'informativa in Procura. Come raccontato dall'adolescente, per la madre aveva un uno stile di vita troppo occidentale. La rimproverava perché fumava e non voleva che frequentasse i suoi amici. Ai parenti la donna diceva "per educarla va punita". La giovane vittima di soprusi veniva legata con una corda alle mani e ai piedi e percossa. Sul collo la giovane aveva la cicatrice di un taglio, che le avrebbe provocato sempre sua madre.

La faceva colpire anche dagli altri figli. Un giorno la ragazza si è rifugiata all'interno dell'abitazione in cui sua madre lavorava come colf, avendo le chiavi del portone. Il proprietario dei casa vedendola, le ha chiesto di cosa avesse bisogno e lei gli ha raccontato tutto. Violenze che ha poi confermato davanti ai giudici anche la mamma di una compagna di scuola. La ragazza dopo la denuncia è andata a vivere in una struttura protetta, dov'è stata tutelata e una volta maggiorenne è andata a vivere da sola.

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