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Martina Scialdone, uccisa dall'ex a Roma

L’avvocato del killer di Martina Scialdone: “Voleva uccidersi ma ha colpito lei, un tragico errore”

Fabio Tagliatela, l’avvocato di Costantino Bonaiuti, sostiene che il femminicidio di Martina Scialdone sia un tragico errore e che l’uomo l’abbia colpita per sbaglio.
A cura di Natascia Grbic
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"La depressione di Costantino Bonaiuti stava per sfociare in un gesto estremo, tanto che abbiamo sollecitato la struttura carceraria dicendo che è possibile si verifichi un evento suicidario. Non si tratta di un omicidio volontario o preterintenzionale, qui parliamo di un tragico errore, una persona che forse voleva porre fine alla sua vita e per sbaglio ha posto fine a quella di un'altra persona". A parlare è Fabio Tagliatela, l'avvocato difensore del 61enne che la sera di sabato ha ucciso Martina Scialdone. Il legale, che chiederà per il suo assistito gli arresti domiciliari, ha dichiarato che questa vicenda "ha causato un'altra vittima, che soffrirà per tutta la vita per il grande danno che ha provocato ad altri".

Il femminicidio di Martina Scialdone

Tagliatela ha poi aggiunto che Bonaiuti è affetto da una depressione, per la quale è in cura, ma che la malattia non avrebbe a che vedere con il femminicidio. "Non sappiamo nulla dell'evento scatenante, a quanto ne so avevano una frequentazione", ha dichiarato, sostenendo che Bonaiuti "ha sempre avuto un atteggiamento cordiale verso questa persona, tanto che nei suoi confronti non c'è stata mai nessuna denuncia o querela".

Una ricostruzione dei fatti che stride con quanto raccontato da vari testimoni e da persone vicine all'avvocata, che sostengono invece di come Scialdone fosse terrorizzata dall'uomo, con il quale aveva interrotto la relazione. La sera in cui è stata uccisa i due avevano discusso pesantemente, e lei si era nascosta in bagno per ripararsi dalla sua furia. Quando è uscita dal locale, lui le ha sparato ed è fuggito, tornando nella sua abitazione a Colle Salario. La polizia lo ha raggiunto lì, dove si è fatto arrestare senza opporre resistenza.

Il killer era in cura ma continuava ad avere il porto d'armi

È emerso che Costantino Bonaiuti aveva una depressione certificata e che era in cura presso un centro. Nonostante questo, il porto d'armi non gli era stato ritirato e lui ha continuato a frequentare il poligono di Tor di Quinto e a detenere legalmente armi in casa. "Se lo Stato ha avuto il buon senso di lasciargli il porto d'armi avrà avuto i suoi buoni motivi", ha commentato il legale, con una punta di polemica rivolta alle istituzioni.

Bonaiuti non risponde alle domande del gip

Costantino Bonaiuti si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti il giudice per le indagini preliminari. L'arresto è stato convalidato, e il 61enne è tornato in carcere. Nei suoi confronti la Procura di Roma contesta l'omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dai futili e abbietti motivi.

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