La strategia del Lazio, vaccini solo per fasce d’età: “Moratti avrebbe preferito procedere per Pil”
Secondo l'assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D'Amato, il successo riconosciuto al Lazio nell'ambito della campagna vaccinale anti Covid è dovuto diversi fattori. Soprattutto, però, ha dichiarato nel corso di un'intervista rilasciata al Corriere della sera, "al criterio delle fasce d'età". Nel Lazio è stata aperta, dopo la vaccinazione degli operatori sanitari, la campagna per gli over 80 e poi si è proceduto vaccinando i 79enni e poi, a scendere, i 78enni, i 77enni e così via. Attualmente possono prenotare l'appuntamento per la somministrazione della prima dose i cittadini che hanno un'età pari o superiore a 69 anni. "Mi ricordo ancora le reazioni la prima volta che l’ho detto in sede di conferenza Stato-Regioni, la stessa Moratti (assessora al Welfare di Regione Lombardia) non era entusiasta dell’ordine anagrafico, avrebbe preferito procedere per Pil", ha dichiarato D'Amato al Corriere.
Nel Lazio hub monotematici, dove si somministra un solo tipo di vaccino
D'Amato ha già detto in passato di aver studiato il modello di vaccinazione adottato in Israele: "Per me è stato il primo pensiero chiedere consiglio a chi ci era già passato. Da loro abbiamo preso l’idea di creare hub monotematici, dove si somministra cioè solo un tipo di vaccino, per evitare errori. Sempre da loro abbiamo appreso l’importanza di coinvolgere più soggetti possibili, che fossero pubblici o privati, come anche i medici di medicina generale. Sono tutte queste categorie insieme che ci permettono di viaggiare a ritmi serrati nelle somministrazioni, pur con tutte le difficoltà di approvvigionamento che non dipendono da noi, ma dalla quantità di fiale che ci arrivano. E presto si aggiungeranno anche i farmacisti".
L'obiettivo del Lazio è raggiungere 4 milioni di cittadini vaccinati entro l'estate e nelle prossime ore si tenterà di arrivare a 75mila vaccinazioni al giorno, cioè oltre 2 milioni di somministrazioni al mese. Nella seconda metà d'aprile, ha ricordato l'assessore, è atteso l'arrivo di 700mila dosi del vaccino Johnson&Johnson, che ha due particolarità: è facile da conservare e soprattutto è monodose, cioè non ha bisogno di richiamo. Per questo verrà distribuito a farmacie e medici di famiglia. Questi ultimi, a causa dei ritardi di AstraZeneca e fino all'arrivo di questo siero, dovranno vaccinare anche con Pfizer, vaccino molto più complesso da maneggiare e conservare.