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La sorella di Ornella Muti patteggia a 1 anno, aveva detto: “La droga mi serve per pulire casa”

Claudia Rivelli, si legge nel capo di accusa, è accusata di aver importato sostanze stupefacenti dall’Olanda “con cadenze trimestrali”.
A cura di Enrico Tata
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Ha patteggiato a un anno e cinque mesi Claudia Rivelli, la sorella di Ornella Muti. L'inchiesta è quella legata al traffico di droghe sintetiche, acquistate sul dark web e importate dall'estero. Rivelli, si legge nel capo di accusa, è accusata di aver importato sostanze stupefacenti dall'Olanda "con cadenze trimestrali". Nello specifico "importava vari flaconi di Gbl provvedendo a inviarne parte al figlio residente a Londra dopo averne sostituito confezione ed etichetta riportante indicazione ‘shampoo' in modo da trarre in inganno la dogana".

La giustificazione: "La usavo per pulire"

All'inizio Rivelli aveva provato a giustificare il pacco sospetto che le era stato recapitato a casa e che aveva attirato le attenzioni degli investigatori: "La droga la uso per pulire l’auto di mio figlio e per lucidare l’argenteria. Per me è una specie di acquaragia. Me l’ha fatto scoprire mia madre, che la utilizzava da vari anni: prima di morire aveva chiesto a mio figlio di ordinarla su internet, ma invece di un flacone ne sono arrivati due. Ha pagato lui, io non sono pratica".

Le chat che incastrano Claudia Rivelli

Ad incastrare la sorella di Ornella Muti, arrestata lo scorso 15 settembre a Roma, sono le chat con il figlio. "Pacco arrivato e nascosto", l'inequivocabile messaggio della signora. "Fammi sapere notizie mano a mano, se no mi agito troppo fino a giovedì", la risposta del figlio. "Il tenore delle chat WhatsApp e la circostanza che l'indagata camuffasse il reale contenuto delle spedizioni appaiono elementi oggettivamente indicativi della piena consapevolezza e della volontà di quest'ultima di realizzare condotte penalmente rilevanti, ponendosi quale schermo per agevolare il figlio nell'importazione di sostanza nel Regno Unito dove è considerata illegale al pari dell'Italia, in tal modo riuscendo ad aggirare i controlli doganali", si legge ancora nelle carte dell'inchiesta.

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