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La sorella di Alessia Sbal affronta il presunto assassino sotto casa: “Ora chiedi scusa”

“Sei un assassino, chiedi scusa per averla uccisa. Assassino, vieni fuori a parlarmi”, avrebbe gridato al citofono dell’appartamento del conducente del tir la sorella di Alessia Sbal.
A cura di Enrico Tata
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Alessia Sbal (Foto Facebook)
Alessia Sbal (Foto Facebook)

La sorella di Alessia Sbal è andata a casa del presunto omicida della donna per affrontarlo. "Sei un assassino, chiedi scusa per averla uccisa. Assassino, vieni fuori a parlarmi", avrebbe gridato al citofono dell'appartamento dell'uomo, secondo il racconto di Flaminia Savelli sul Messaggero. Il conducente del tir è accusato di aver preso in pieno Alessia Sbal sul Grande Raccordo Anulare qualche giorno fa.

Ilaria Sbal: "Volevo guardare quell'uomo negli occhi"

Ha raccontato Ilaria Sbal al Messaggero: "Non è rabbia la mia, è solo dolore. Volevo guardare quell’uomo negli occhi, volevo anche dargli l’opportunità di chiedere scusa a mia sorella, alla mia famiglia. Invece quel silenzio, quel suo non rispondere mi ha fatto ancora più male. È un assassino, un codardo. Ma voglio sapere che è successo a mia sorella perché molte cose non tornano. Lui ha agganciato il corpo di Alessia e l’ha trascinato per metri: come fa a dire di non averla vista? Come fa a dire di non essersene accorto?". E ancora: "Quando sono arrivata davanti casa sua, l’ho visto dalla finestra mentre cenava con la figlia e la moglie. Allora sono esplosa perchè se Alessia non c’è più, la colpa è solo sua. Nessuno può ridarmi mia sorella però ci deve essere una giustizia".

Le indagini sulla morte di Alessia Sbal

L'unico indagato è il 47enne autista del tir. È accusato di fuga dopo incidente ed omissione di soccorso, ma è al vaglio degli inquirenti anche l'ipotesi di omicidio stradale. Per il momento si trova ai domiciliari. Gli elementi certi sono questi: il tir ha sicuramente urtato l'automobile di Alessia Sbal, sicuramente si è fermato sulla corsia di emergenza e sicuramente è ripartito investendo la donna. L'uomo si è difeso sostenendo di non averla vista. Tra i due, rivelerebbe il contenuto di alcune telefonate fatte da Sbal al 112, ci sarebbe stato un breve litigio. "Fermo fermo, non venirmi addosso", si sente inoltre in una delle chiamate. Una telefonata tra la donna e una sua amica, inoltre, avrebbe registrato il primo urto: dopo il tamponamento, Sbal avrebbe rincorso il tir e avrebbe costretto il conducente ad accostare per verificare i danni.

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