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La sindaca Raggi annuncia il Museo della Shoah: per la Comunità ebraica è soltanto mossa elettorale

La Comunità Ebraica di Roma non sarà presente alla posa della prima pietra del Museo della Shoah, evento annunciato ieri dalla sindaca Raggi: “La memoria è un valore imprescindibile che deve unire la città di Roma e non prestarsi a protagonismi elettorali. Per questa ragione non parteciperemo all’evento, come a qualsiasi altro evento pubblico di natura elettorale”.
A cura di Enrico Tata
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L'annuncio di Virginia Raggi si è rivelato un boomerang: la notizia diffusa ieri sulla posa della prima pietra del Museo della Shoah è stata giudicata infatti una mossa elettorale dalla Comunità Ebraica di Roma. La Comunità, quindi, non sarà presente all'evento: "La memoria è un valore imprescindibile che deve unire la città di Roma e non prestarsi a protagonismi elettorali. Per questa ragione non parteciperemo all'evento, come a qualsiasi altro evento pubblico di natura elettorale", le parole rilasciate all'agenzia Ansa. La sindaca ieri ha dichiarato che i lavori inizieranno la prossima settimana a Villa Torlonia: "È una bella notizia per la nostra città. Vorrei che questo tema si tenesse fuori dal fango da campagna elettorale. La memoria è una cosa importante. Ci vuole rispetto". La sindaca, tuttavia, forse non si aspettava che la prima reazione alle sue parole arrivasse proprio dalla Comunità Eebraica. Ma in seguito hanno attaccato la sindaca anche i suoi diretti avversari. Così Roberto Gualtieri: "Sembra che Virginia Raggi, dopo 5 anni in cui di Museo della Shoah nelle stanze del Campidoglio si è parlato veramente poco, voglia prodursi in uno spot elettorale alquanto inopportuno: la posa della prima pietra. La memoria è un valore imprescindibile e universale, non può essere oggetto di campagna elettorale". Sulla vicenda è intervenuto anche Carlo Calenda, che ha twittato: "Già è grave posare le prime pietre di aiuole, strade, piazzali, che poi vengono lasciati lì. Farlo su un argomento come questo va oltre. Mi spiace molto che Virginia abbia avuto questa caduta di stile". E ancora Matteo Salvini:  "Un plauso alla Comunità Ebraica, ennesima figuraccia di una Raggi sempre più disperata".

Il Museo della Shoah di Villa Torlonia

Il progetto di costruire a Roma un Museo della Shoah risale addirittura al 1997, ma è nel 2005 che l'allora sindaco, Walter Veltroni, annuncia ufficialmente l'imminente partenza dei lavori in seguito all'acquisto dell'area di villa Torlonia accanto alla residenza privata di Benito Mussolini. Il progetto resta fermo praticamente fino al 2014/2015, quando vengono assegnati i lavori a una ditta. Nel 2016 la neo sindaca Virginia Raggi annuncia: "A breve lavoreremo sul Museo della Shoah grazie allo sblocco dei fondi da anni impantanati. La nostra grande missione è quella di coinvolgere tutti, soprattutto i nostri bambini e le giovani generazioni in un percorso comune. Per questo l’amministrazione capitolina intensificherà i viaggi della memoria nei luoghi della Shoah, la memoria è quello che ci contraddistingue. Non dimentichiamo il passato, è la nostra radice su cui costruire il nostro presente e il nostro futuro". Il progetto però rimane fermo, per lente procedure burocratiche e autorizzazioni mancanti, fino all'annuncio di ieri, arrivato in piena campagna elettorale.

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