La Regione spende 430mila euro per pubblicizzare i risultati nella sanità. D’Amato: “Con quei soldi 5mila TAC”

Manifesti per strada, sui mezzi pubblici, alle fermate del bus, sui maxiwall a led. E ancora pagine di giornali, banner su siti e spot su radio e televisioni. Da questo dicembre è partita la nuova campagna di comunicazione istituzionale della Regione Lazio denominata ‘Anche oggi'. "Un piano di comunicazione multicanale" con cui "si intende informare i cittadini dell’impegno quotidiano del sistema sanitario regionale, con particolare attenzione ai miglioramenti ottenuti", come si legge nella determina del 2 dicembre scorso che vara la spesa di oltre 430mila euro. "Una cifra mai investita finora in campagne di questo genere nella nostra Regione", commenta a Fanpage.it il consigliere regionale di Azione Alessio D'Amato. "Per dare un’idea concreta, con la stessa cifra si sarebbero potute mettere a disposizione circa 5mila TAC per i cittadini".

D'Amato: "Non è una campagna istituzionale, è autocelebrazione"
Con quasi mezzo milione di euro la Giunta guidata dal Presidente Francesco Rocca vuole affidarsi a "operatori economici ritenuti in grado di assicurare, sul tutto il territorio regionale, un'informazione capillare veicolata sui principali canali di comunicazione (web, radio, affissioni e social)", come si legge in determina.
"Non si tratta di una campagna istituzionale – attacca ancora D'Amato -, cioè che fornisce un servizio ai cittadini, come avviene per esempio con gli screening oncologici, le vaccinazioni o la prevenzione. In quel caso non ci sarebbe stato nulla da eccepire. Ma qui siamo di fronte a una campagna di autocelebrazione. A Roma si dice che se chiedi all’oste se il vino è buono, l'oste ti risponde che il suo è il migliore".
"I miglioramenti solo nella testa di Rocca"
Riduzione delle liste d'attesa, digitalizzazione dei servizi, incremento delle prestazioni erogate, attivazione di una task force a supporto dei cittadini, nuove aperture e ristrutturazioni di presidi sanitari, potenziamento dei Pronto Soccorso e delle Case della Comunità. Questi i risultati raggiunti dall'amministrazione regionale che non sarebbero stati abbastanza pubblicizzati finora.
"Questi miglioramenti esistono solo nella testa del governatore, nella realtà se ne vedono ben pochi", insiste il consigliere di Azione. "Pochi giorni fa Agenas (l'Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, ndr) ha presentato la classifica dei migliori ospedali italiani e, per la prima volta, non compare nessuna struttura del Lazio. Parliamo di un’agenzia governativa, ministeriale".
Secondo i dati di Agenas, il Lazio è la quarta regione d'Italia per rinuncia alle cure: il 12% della popolazione è stata costretta a non fare visite o esami a causa dei costi e dei tempi d'attesa. Quasi la metà dei cittadini non ottiene l'appuntamento medico richiesto, mentre il 70% si è scontrato con liste d'attesa chiuse. Questi numeri sono stati a più riprese contestati da Rocca, ma quelli forniti da altri enti non sono migliori.
"Così si alimenta rabbia dei cittadini"
"Nell’ultimo rapporto della Fondazione Gimbe, un altro soggetto terzo, il Lazio è la prima regione in Italia per percentuale di persone che hanno rinunciato a una o più prestazioni sanitarie per motivi economici – sottolinea D'Amato -. La spesa media è di circa 1.000 euro a famiglia. Questo dimostra che la realtà è molto più complessa di quella che si vuole edulcorare con questa campagna", aggiunge il consigliere. "Il rischio concreto è che si alimenti la rabbia dei cittadini, che vedono cartelloni con numeri roboanti mentre, nella vita reale, chiamano il centro unico per le prenotazioni e non trovano risposte o sono costretti a pagare".
"Servono chiarimenti su affidamento commissioni"
Su questi e altri punti il consigliere D'Amato presenterà un'interrogazione "per chiarire innanzitutto il carattere istituzionale di questa campagna, che io continuo a ritenere propagandistica", dice. Ma l'obiettivo sarà anche indagare le modalità di affidamento delle commissioni pubblicitarie. Tutti e quaranta i lavori previsti hanno importi inferiori ai 40mila euro. Di questi, sedici sono di importo inferiore ai 5mila e pertanto, come spiegato anche nella determina, "è consentito derogare all’applicazione del principio di rotazione" per il comma 6 dell'articolo 49 del decreto legislativo 36/2023.
Per lo stesso articolo, comma 4, che lo prevede "in casi motivati con riferimento alla struttura del mercato e alla effettiva assenza di alternative, nonché della qualità della prestazione resa", anche gli altri 24 contraenti sono stati individuati con affidamento diretto, senza indire una gara d'appalto.
"Voglio poi capire se questo meccanismo sia servito ad aggirare le regole del mercato – conclude D'Amato -. Infine, voglio chiarimenti sulla selezione delle testate: non sono state coinvolte tutte, ma quasi tutte. Ed è proprio quel ‘quasi' che merita una spiegazione. O si adottano criteri chiari – numero di contatti, diffusione, audience – e allora si coinvolgono tutte le realtà che rientrano in quei criteri, oppure, se i criteri non ci sono, significa che c’è discrezionalità. E quando si usano soldi pubblici, la discrezionalità è un problema serio".