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La destra regala 102mila euro alla scuola che fa il presepe più bello: “Ricatto ideologico, questo non è diritto allo studio”

La Regione Lazio premia il più bel presepe nelle scuole con una gita da 102mila euro. “Ancora una volta la giunta Rocca viene in aiuto al suo elettorato, ma Stato e scuole sono laiche”.
A cura di Beatrice Tominic
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Un viaggio d'istruzione con una notte fuori in Italia. Questo il premio che la Regione Lazio offre alle classi che faranno il presepe più bello il prossimo Natale. La partecipazione è aperta a tutte le classi  primarie, secondarie di primo e secondo grado, statali e paritarie che potranno provare a vincere una gita dal valore di 102mila euro. A renderlo noto è stata l'assessora alla Cultura, alle Pari opportunità, alle Politiche giovanili, alla Famiglia e al Servizio civile della Regione Lazio, Simona Baldassarre.

"Per noi è l'ennesimo ricatto – fa sapere Paola di Scosse Soluzioni Comunicative Studi Servizi Editoriali APS – Non si tratta semplicemente di un premio legato al presepe più bello. C'è un investimento economico delle scuole partecipanti che le scuole premiate riceveranno, si tratta di 102mila euro da parte della regione".

Scosse APS sul concorso sui presepi a scuola: "Ancora una volta mossa ideologica"

L'ennesima occasione per dimostrare da che parte sta la Regione Lazio, secondo Scosse. "Dalla giunta Rocca stanno continuando a portare avanti la loro promozione di una cultura familistica che è precostituzionale e che non rispecchia minimamente quello che è la natura delle classi che vivono all'interno dei nostri dei nostri istituti – continua Paola – Anche stavolta si sceglie di mostrare una scuola non laica, ma cattolica e di premiare sempre di più quello che è l'elettorato di questa amministrazione, legato alle organizzazioni familistiche, cattoliche, pro vitae antiscelta. Preoccupante che, dal Governo così come dalla Regione, venga avanzato lo stato ideologico ".

Al centro della discussione, ribadisce, non deve trovarsi il premio: "In un bilancio regionale è una piccola norma. Dobbiamo porre i riflettori su ciò che è l'analisi ideologica che sta dietro al bando – sottolinea – Non così distante dalle ultime proposte di legge arrivate sempre in Regione", aggiunge riferendosi alla proposta nominata Interventi a favore della famiglia, della natalità e della crescita demografica presentata prima dell'estate ma ancora sul tavolo di discussione. "Anche in quel frangente viene presentata una struttura ideologica familistica che addirittura riconosce il nascituro come avente diritto di un contributo e che quindi punta a distruggere quella che è tutta quanta la normativa vigente oggi, la legge 194. E di conseguenza la libertà di scelta delle donne".

Un provvedimento che mette a rischio la tutela della scuola pubblica

Con questo concorso la Regione Lazio punta a dare maggiore risalto alla questione religiosa e quindi ad allontanarsi all'idea di Stato laico e di scuola laica. "Ma noi è qui che viviamo. Basti pensare che l'insegnamento della religione non è neanche obbligatorio nelle scuole". Il concorso, inoltre, è aperto a scuole pubbliche e paritarie: "In questo modo viene meno ogni tutela e salvaguardia nei confronti della scuola pubblica, di cui la Regione Lazio si dovrebbe occupare come prerogativa".

Un'eco strutturale che dalla Regione arriva anche in governo: "Basti pensare alla proposta legge Sasso, sul velo, che è altamente islamofobica – aggiunge – Questo evidenzia come non si tenga conto che, nelle scuole come altrove, abitino tantissime personalità e tantissimi soggetti anche non cattolici, di altre confessioni religiose o non religiosi affatto".

Premio per il miglior presepe: "Ancora una volta il riferimento è al cattolicesimo"

"Ironico poi, come l'ideologia non tenga conto della realtà: abbiano scelto di premiare un presepe, cioè la configurazione di una step child adoption, un diritto che oggi nel nostro Paese non viene neanche garantito, non a tutte le famiglie – azzarda, prima di puntualizzare – Ovviamente, è bene sottolinearlo, noi non condanniamo il presepe che, oltre a un simbolo religioso per i credenti è anche un'istituzione culturale nel nostro Paese, con un lavoro artigianale di rilievo e lustro. Condanniamo il fatto che questo concorso, in concomitanza del Natale, non sia stato bandito facendo partecipare, parallelamente, tutte quante le forme di tradizioni di iconografia religiosa e non. Questo ribadisce, ancora una volta, che il riferimento è il cattolicesimo. Anche nella scuola pubblica".

L'invito alle insegnanti: "Non cadete nel ricatto"

È così che questo concorso rischia di mettere in seria difficoltà anche le insegnanti, costrette a dover fare una richiesta del genere anche alle famiglie da una parte, dall'altra parte gli e le studenti che, pur di cogliere l'opportunità della gita scolastica gratuita, potrebbero essere disposti a mettersi contro il resto della classe, fosse anche rappresentato da un solo elemento.

"Il nostro invito a docenti e alle scuole pubbliche è quello di non cedere a questo ricatto. Per questo suggeriamo loro, quando arriverà la comunicazione del bando di concorso, di rispedirla al mittente – continua, prima di concludere – Comprendiamo che 102mila euro a spendere in gita possano essere allettanti. Ma allora perché decidere di conferirlo come premio, quando potrebbero essere devoluti alle famiglie più in difficoltà, in base al loro Isee, ad esempio, consentendo a tutte le piccole persone, preadolescenti e adolescenti di poter partecipare. Sarebbe stata una scelta coerente con la difesa del diritto allo studio e della promozione del territorio. Si è scelto, invece, di farlo vincolandolo e legandolo all'ideologia cattolica. Ancora una volta".

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