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La denuncia dei lavoratori del Cup Lazio: “Stipendio a singhiozzo, siamo sotto la soglia della povertà”

I lavoratori hanno partecipato alla protesta per denunciare quella che viene definita “una inadempienza cronica e sistemica”. Gli stipendi, secondo quanto denunciato, arriverebbero con molto ritardo, provocando gravi disagi.
A cura di Simona Berterame
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"Per mangiare ci resta solo l'elemosina". Un gruppo dei lavoratori della SDS Srl, a servizio del CUP per l’ASL Roma 2 e per il Policlinico Tor Vergata, hanno protestato ieri mattina all'ingresso della stazione Tiburtina di Roma. Ad agitare la protesta, ci sarebbe un ennesimo ritardo nei pagamenti denunciato già nei mesi scorsi dalla FP CGIL di Roma Est.

“Il salario è un diritto, non una gentile concessione; ma oggi chi lavora è ridotto a chiedere l'elemosina per pagare l’affitto, le utenze a fine mese, per organizzarsi le ferie o pagare la retta di sport ai figli, vivendo nell’assoluta incertezza di quando e come arriverà lo stipendio. Un’azione dimostrativa quella di oggi – spiega in una nota la Fp Cgil di Roma Est – per mettere in prima pagina l’indignazione, la rabbia e la frustrazione di chi lavora; di chi contribuisce alla salute pubblica e all’efficienza del servizio sanitario nazionale”.

L'attesa per lo stipendio

Un bacino di lavoratori pari a circa un centinaio di unità e che svolge un servizio fondamentale per garantire l’organizzazione delle prestazioni sanitarie nel nostro territorio. Hanno così scelto di partecipare a questa manifestazione per denunciare quella che viene definita "una inadempienza cronica e sistemica" che porta ad una erogazione degli stipendi a singhiozzo.

La testimonianza

Tra i lavoratori presenti alla protesta c'era anche Alessia, una giovane donna a servizio del Cup dal 2019. "Sono ormai tre anni che riscontriamo ritardi nel ricevere lo stipendio – ci racconta – alcune volte sono dieci giorni, altre volte anche venti di attesa e quando si ha una famiglia, delle scadenze anche pochi giorni possono fare la differenza. Alcune volte poi lo stipendio ci viene erogato in due trance e così l'attesa aumenta".

"All’inizio di ottobre, di concerto con l’assemblea del personale, avevamo indetto lo stato di agitazione e chiesto all’Azienda sanitaria, in quanto soggetto appaltante, una netta presa di posizione e un intervento fattivo per risanare questa grande ingiustizia. Grazie alla nostra denuncia pubblica e alla mobilitazione del personale i vertici dell’Azienda sanitaria hanno voluto rigettare ogni ipotesi di responsabilità in merito a presunti ritardi di fatturazione e malagestione amministrativa. Dopo mesi di azioni sindacali, assemblee, interlocuzioni con l’azienda, l’ASL e la Regione, rassicurazioni e giustificazioni, ancora una volta, la SDS non versa tutto il dovuto e nei tempi stabiliti lo stipendio al suo personale. Lavoratrici e lavoratori che vivono un costante stato di precarietà economica ed emotiva, lavoratrici e lavoratori che non vedono riconosciuta la retribuzione come un loro diritto, ma come un atto di benevolenza del datore con i suoi tempi e i suoi modi” continua in una nota la Fp Cgil di Roma Est.

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