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La Curva Nord della Lazio contro i tifosi che rubano in autogrill durante le trasferte

“Ultras Lazio e la Curva Nord bandiranno chiunque compirà atti di furto e di devastazione di luoghi comuni lungo le autostrade e le aree di servizio, comportamenti lontani anni luce dal nostro stile e mentalità”, si legge nel comunicato che condanna i tifosi “semplici” dopo le trasferte di Lecce e Torino.
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"Ci ritroviamo, nostro malgrado, a dover ribadire il punto di vista del gruppo: bandiremo chiunque (…) attuerà comportamenti lontani anni luce dalla nostra mentalità e da quello stile che cerchiamo di insegnare quotidianamente ai giovani per far crescere una generazione forte e soprattutto degna di portare i nostri colori in giro per il mondo".

Finalmente, verrà spontaneo domandarsi, dopo tanti anni Ultras Lazio e Curva Nord hanno deciso di rinnegare l'ideologia fascista? Oppure si sono svegliati un giorno, dopo appena sei anni, e si sono sentiti di dover chiedere ufficialmente scusa per gli adesivi che ritraevano Anna Frank con la con la divisa della Roma? Anzi no: si dovrà per forza fare riferimento al volantino che girava qualche tempo fa sugli spalti dell'Olimpico, che vietava l'accesso alle prime dieci file della Nord a "donne, mogli e fidanzate".

E invece, purtroppo, in questo caso la realtà non supera la fantasia: la presa di posizione della Curva Nord fa riferimento ai recenti fatti accaduti in autogrill durante le ultime trasferte di Lecce e Torino. Alcuni tifosi, definiti con disprezzo "semplici", hanno infatti commesso furti nelle aree di sosta durante i viaggi al seguito della squadra biancoceleste: "sciacallaggi in stile barbaro, comportamenti deplorevoli e ingiustificabili", tanto da costringere gli Ultras Lazio a pubblicare un comunicato che condanna nettamente certi atteggiamenti.

Paradossalmente, la pena è proprio il Daspo: "Ultras Lazio e la Curva Nord bandiranno chiunque compirà atti di furto e devastazione di luoghi comuni lungo le autostrade e le aree di servizio". La motivazione? Gli atteggiamenti dei cosiddetti tifosi "semplici" o "balordi" possono provocare problemi ai "veri irriducibili", mettendoli nelle condizioni di "subire perquisizioni, deviazioni in commissariato o denunce di gruppo". Nulla di sbagliato, ci mancherebbe: è giusto e inevitabile condannare in maniera chiara furti e atti di vandalismo, chi ruba bottiglie di birra dagli scaffali o rompe vetrine. Si tratta di un comunicato che non dovrebbe sorprendere. Eppure, se si prosegue nella lettura diventa difficile evitare che il sopracciglio si alzi pian piano, mostrando un pizzico di scetticismo con il sopraggiungere delle ultime righe: "Tutti gli altri tifosi sono più che benvenuti, soprattutto chi rispetta i nostri valori ed il nostro codice etico. Avanti Laziali!". Viene da chiedersi se sarà mai possibile trovare una presa di posizione così netta e unitaria in altri contesti che, almeno sulla carta, dovrebbero andar contro un codice valoriale umanamente condiviso: striscioni inneggianti a Mussolini, volantini firmati con dichiarazioni sessiste, fischi e cori offensivi contro giocatori dalla pelle di un colore diverso. Un passo alla volta, però: da oggi, almeno, ladri e vandali non saranno più accettati sugli spalti.

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