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Incassa la pensione della nonna morta nel 2005 per più di 10 anni: deve restituire 105mila euro

Ha incassato ogni mese la pensione della nonna morta nel 2005 per più di un anno: condannato a 2 anni, dovrà restituire oltre 100mila euro.
A cura di Beatrice Tominic
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Si è recato puntuale ogni mese a ritirare la pensione della nonna, morta nel 2005. Ora il nipote, un cinquantatreenne, è stato condannato a due anni di reclusione per truffa ai danni dello Stato, come chiesto dal pm Mario Pesce. Alla pena, inoltre, si aggiunge la restituzione del tesoretto che, mese dopo mese, il nipote della donna deceduta era riuscita a mettere da parte, per un totale di oltre 100mila euro.

Incassa la pensione della nonna morta: cosa è successo

Tutto ha iniziato nel 2005, quando la donna è morta. Da quel momento, però, per il nipote non è cambiato niente. L'uomo, oggi cinquantatreenne, ha continuato ogni mese a ritirare e incassare la pensione della nonna, accumulando un totale di 105mila euro e qualche centesimo. Una truffa che è andata avanti per oltre 10 anni, 13 per la precisione, fino a quando non è risultata l'anomalia durante un controllo a campione.

L'anomalia sulla donna: la scoperta dell'Inps

A scoprire il cinquantatreenne è stata l'Inps che, durante un controllo a campione nell'ottobre del 2018, tredici anni dopo la morte della donna. Fra i nomi da verificare c'era quello della nonna del cinquantatreenne che, nonostante le pensioni ritirate, risultava essere morta il 27 maggio del 2005. Una notizia che non era arrivata all'Istituto che, per oltre 10 anni, ha continuano ad inviare la pensione a nome della donna. E dall'altra, munito di delega, il nipote ha continuato a ritirarla.

I controlli e la condanna a due anni

Notata l'anomalia sono scattati ulteriori approfondimenti e si è finiti in tribunale. Da una parte il cinquantatreenne, assistito dagli avvocati  Lorenzo Contucci e Alessio Galluzzi, dall'altra la stessa Inps, rappresentata in aula dall'avvocato Enrico Mittoni.

Nel corso del dibattimento il cinquantatreenne è stato condannato a due anni di carcere per truffa ai danni dello Stato. Qualora la sentenza di venerdì dovesse diventare definitiva, la pena a due anni potrà essere sospesa se pagherà l'intera somma incassata, di oltre 100mila euro.

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