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Il questionario della scuola di Roma che chiede la razza del bambino: come stanno le cose

Agli studenti di una scuola di Roma è stato sottoposto un test in cui si chiede di indicare la propria “razza o etnia”.
A cura di Enrico Tata
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I genitori degli alunni della scuola elementare Borsi-Saffi di Roma, quartiere San Lorenzo, hanno ricevuto un questionario in cui si chiede loro, tra le altre cose, di indicare la "razza o l'etnia" del loro bambino. Comprensibilmente, hanno protestato con la preside dell'istituto e hanno chiesto spiegazioni.

Le ragioni delle mamme e dei papà sono certamente giuste. Il concetto di razza negli esseri umani, hanno dimostrato scienziati e genetisti, non ha alcun senso o fondamento scientifico. Ma perché il termine è utilizzato in quel questionario? Il test sul comportamento del bambino, la Child Behavior Checklist di Thomas M. Achenbach, professore di psichiatria e psicologia, è tuttora uno degli strumenti più utilizzati dagli psicologi per valutare disturbi dell'apprendimento tra gli studenti. Niente di strano, quindi, sul fatto che sia ancora oggi distribuito ai bambini di alcune scuole italiane.

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Questo test, tuttavia, è stato elaborato e pubblicato per la prima volta nel 1991, quando la parola ‘razza' era indicata su diversi documenti ufficiali. Del resto anche nell'articolo 3 della Costituzione italiana c'è tuttora un riferimento: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali".

Agli studenti è stata sottoposta, colpevolmente, una versione del test non aggiornata. Un errore, una distrazione da parte degli psicologi che hanno deciso di somministrare il questionario, ma certamente in buonafede. Nella nuova versione della CBCL di Achenbach le parole ‘razza' ed ‘etnia' sono state sostituite dalla ‘nazionalità', che tra l'altro diventa un'indicazione opzionale e non obbligatoria.

Un caso identico è accaduto nel 2019 a Bolzano. Anche in quell'occasione la Asl locale distribuì la versione del test di Achenbach con l'indicazione della ‘razza' agli insegnanti di una scola media. Ancora, un errore burocratico senza intenti razzisti.

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