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Il profugo di Jago arriva a Castel Sant’Angelo: la scultura ha passato un mese nel Mediterraneo

Il profugo di Jago adesso si trova a Castel Sant’Angelo. Alla fine del suo viaggio, la scultura verrà venduta all’asta e il ricavato andrà a SOS Mediterranee.
A cura di Beatrice Tominic
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Lungo Ponte Sant'Angelo, uno dei tanti che attraversa il fiume Tevere, in questi giorni c'è un giovane profugo che dorme sdraiato per terra: si tratta di una delle opere di Jago, all'anagrafe Jacopo Cardillo, giovane sculture originario di Frosinone. La statua, è stata installata due notti fa davanti ad uno dei monumenti più suggestivi di Roma, Castel Sant'Angelo. Proprio nel punto in cui molti turisti amano scattarsi le loro foto ricordo, con le statue ai lati e l'entrata di Castel Sant'Angelo alle spalle, è stata posizionata la scultura, impossibile da non vedere.

Il viaggio della scultura di Jago

"In Flagella Paratus Sum – Sono pronto al flagello", questo il nome dell'opera realizzata in marmo italiano di colore nero a dimensioni naturali. Come ha spiegato lo stesso Jago, la scultura ha passato un mese in mare: "È stata installata a inizio estate, in gran segreto, su una nave di SOS Mediterranee. Dopo un mese in mare è tornata in Italia, sbarcando assieme a 150 naufraghi salvati dalle acque".

Dopo è stata portata all'interno dello Stadio Olimpico, dove è stata posizionata al centro dello Stadio Olimpico: "Ora prosegue il suo viaggio nel mondo in cerca di casa, partendo dall’abbraccio dello Stadio Olimpico di Roma".

Il futuro del profugo scolpito da Jago

Due notti fa la statua è stata posizionata a Ponte Sant'Angelo, tra la Basilica di San Pietro e l'antica Prigione di Castel Sant'Angelo, in questa nuova tappa temporanea. Al termine del suo viaggio l'opera sarà venduta all'asta e il ricavato sarà donato proprio ad SOS Mediterranea, associazione umanitaria indipendente che aiuta e soccorre i profughi nel Mar Mediterraneo: la base d'asta è di 1,250 milione di euro.

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