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Il piccolo Malik annegato in piscina a Centocelle: indagata la mamma e i gestori del centro sportivo

Indagini in corso sulla morte di Adam Malik, un bambino di 3 anni annegato in una piscina di un centro sportivo di Centocelle. Tre indagati per omicidio colposo: la mamma del piccolo, il presidente e i gestori dell’U.S.D. Centocelle.
A cura di Enrico Tata
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La piscina in cui è morto il bimbo di 3 anni a Centocelle
La piscina in cui è morto il bimbo di 3 anni a Centocelle

La mamma ha sorvegliato adeguatamente il piccolo Adamo Malik, annegato in piscina a Roma? I gestori del centro sportivo di Centocelle hanno rispettato tutte le norme di sicurezza? Sono queste le domande a cui gli inquirenti stanno cercando di rispondere in merito alla morte del bambino di tre anni. Per questo hanno iscritto sul registro degli indagati la madre di Adamam Malik Sako, il direttore e il presidente dell' U.S.D. Centocelle. L'accusa è di omicidio colposo e le indagini sono coordinate dal procuratore aggiunto Giovanni Conzo.

L'analisi sui filmati delle telecamere di sicurezza

I carabinieri hanno analizzato i filmati delle telecamere di sicurezza del centro e hanno ricostruito tutti gli spostamenti del piccolo, fin da quando è arrivato insieme alla mamma per partecipare a una festa di battesimo. Per ore ha vagato da solo sul vialetto che confina con i campi da calcio e da tennis. Lui e altri bambini, tra l'altro, sono entrati più volte all'interno dei terreni da gioco, ricevendo rimproveri dai soci del circolo, che si sarebbero anche lamentati per questo con i titolari. Intorno alle 20 la tragedia: Malik è finito in acqua e l'allarme è stato dato quando ormai era troppo tardi. Il bimbo era ormai morto annegato da diversi minuti.

Come ha fatto il bimbo a raggiungere la piscina

I testimoni confermano: Malik ha lasciato più volte il salone della festa ed ha vagato da solo, pur avendo soltanto tre anni, per i vialetti del centro sportivo. I gestori, tra l'altro, hanno dichiarato di aver riportato il piccolo più volte al tavolo dei familiari e di aver chiesto che non fosse mai lasciato solo.

E invece il bambino ha raggiunto la piscina, lontana 400 metri dal salone del banchetto, si è tuffato ed è annegato. Ma come ha fatto a superare le recinzioni? La scena non è stata ripresa dalle telecamere di sicurezza e le indagini sono ancora in corso: secondo il titolare si è arrampicato su un muretto con l'aiuto di una panchina, ma per i genitori avrebbe sollevato una recinzione mobile. L'impianto, stando a quanto si apprende, non era ancora funzionante e quindi non c'erano bagnini in servizio per la sorveglianza.

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