Il Pd attacca la legge sull’urbanistica del centrodestra: “Renderà le città invivibili, è un rischio per i cittadini”

"La destra, animata da una cultura retrograda, sta facendo correre un rischio enorme ai nostri cittadini". A Fanpage.it Massimiliano Valeriani, consigliere regionale del Partito Democratico e presidente della commissione trasparenza, attacca frontalmente la nuova legge sulla semplificazione urbanistica del Lazio, voluta dalla giunta del presidente Francesco Rocca. Fra febbraio e marzo 2025 il testo aveva attirato l'attenzione degli operatori del cinema, di attori e registi per il passaggio che diminuiva gli anni di vincolo d'utilizzo per i cinema dismessi. Quella parte era stata poi modificata e il testo è stato approvato il 17 luglio scorso. Ora, però, la legge è tornata a far parlare di sé dopo l'indicazione, da parte di tecnici dei ministeri dei Trasporti, dell'Ambiente e della Cultura, di cambiare alcune parti.
"È una legge pericolosissima, perché trasforma l'urbanistica in una grande operazione di speculazione edilizia – prosegue Valeriani, ex assessore all’Urbanistica della giunta di Nicola Zingaretti -. Questo rischia di compromettere l’equilibrio ambientale del nostro territorio".
Cosa non va nell'impianto della legge sull'urbanistica di Rocca?
La legge urbanistica approvata a luglio è una legge che tende a distruggere tutte quelle difese, quei sistemi di tutela del nostro sistema ambientale. Quindi non è una legge sull'urbanistica, è una legge di speculazione edilizia, è un'altra cosa.
Abbiamo fatto una battaglia di un anno e mezzo per denunciare il carattere quasi eversivo di questa norma, che punta a togliere ogni freno inibitorio nei centri storici, nelle aree agricole, nelle zone protette, e a rendere possibile qualsiasi cosa con un cambio di destinazione d'uso. Così si trasforma l'urbanistica — che è una scienza, una materia che serve a pianificare lo sviluppo organico, se possibile anche armonico, dei nostri centri abitati — in una gigantesca operazione di speculazione edilizia.
Questo è ciò che abbiamo denunciato noi e che è stato approvato dall'amministrazione Rocca. In più, c'è una parte formale di conflitto con norme esistenti anche di rango superiore che è emersa in tutta la sua gravità e che fa fare una figura ridicola all'amministrazione Rocca. È stata sonoramente bocciata non soltanto dall'ufficio legislativo regionale, ma anche dal governo Meloni, con ben tre ministeri che hanno espresso fortissime criticità a diversi articoli della legge.
Quindi questo intervento dei tre ministeri (Trasporti, Ambiente e Cultura) voi lo leggete come una bocciatura? Secondo la maggioranza erano delle semplici osservazioni da recepire.
L'intervento del governo punta a modificare pezzi interi della legge approvata, altrimenti vengono impugnati di fronte al TAR e fatti decadere. È uno scontro di sostanza e una cosa molto seria.
C’è un conflitto tra norme: tra ciò che dice l’Europa, ciò che dice il sistema normativo nazionale e quello che i loro signori hanno combinato a livello regionale. Siccome le leggi hanno una gerarchia, una norma subordinata non può rendere possibile ciò che viene impedito da una norma superiore. Questo è accaduto, e quindi il governo dice: "Avete fatto una autentica sciocchezza, correggetela, altrimenti decade".
Si è parlato molto dell’articolo 25 di questa legge, sulla trasformazione di scantinati, sottotetti e altri spazi del genere a uso abitativo. Quali conseguenze potrebbe avere una norma del genere?
Rendere abitabili questi spazi sia ad uso residenziale sia commerciale — perché la norma consentirebbe anche questo — significa appesantire il nostro sistema urbano. Le infrastrutture, la fognatura, i parcheggi non sono garantiti da queste trasformazioni, che andranno a gravare ulteriormente sulle nostre città.
Le persone chiedono più case civili e la destra risponde con le cantine. Noi abbiamo contestato non soltanto l'approccio culturale, sempre speculativo e legato alla piccolissima rendita, ma anche il piano normativo: se densifichi una zona già urbanizzata, devi garantire comunque gli standard su sistema fognario, aree verdi, parcheggi, viabilità.
Immaginate una strada lunga cento metri con venti cantine che si trasformano in venti abitazioni: reggerebbe l’equilibrio del quartiere? Così si trasformano le città in vere e proprie giungle insostenibili. Le persone non hanno bisogno di cantine: hanno bisogno di case. Le cantine non sono casualmente considerate inospitali nei nostri sistemi urbanistici: sono umide, senza luce e senza aria, insalubri, incompatibili con la vita umana. La destra, invece, considera normale trasformarle in abitazioni. Non si può giustificare una porcheria del genere dicendo che le persone chiedono case.
Anche volendo aumentare l’offerta abitativa senza consumare suolo, non si potrebbe intervenire, invece, sullo sfitto?
Quello potrebbe essere un altro strumento. Nella legge non c’è alcun lavoro sul patrimonio immobiliare non utilizzato. Sarebbe interessante affrontarlo, ma nella legge urbanistica della giunta Rocca è completamente estraneo. L’emergenza abitativa si affronta con nuove case e con strumenti anche finanziari che rendano accessibili quelle sul mercato a chi non se le può permettere. Contributi per l’affitto, ad esempio. Ma la destra ha azzerato il contributo all’affitto a livello nazionale e ora trasforma le cantine in case. Questo è il paradosso.
Ci sono rischi per l'ambiente in questa nuova legge?
Sì e sono tantissimi. La possibilità di rendere le città invivibili è concreta, perché si stravolgono anche le previsioni di riconversione energetica delle nostre città, ideate per renderle più eco-compatibili.
Nel Lazio la destra ha già fatto un condono che rende condonabili i grandi abusi edilizi realizzate in aree vincolate, che prima non era possibile condonare. Esisteva la legge Storace del 2006, che impediva la sanabilità di questi abusi. Ora invece si possono condonare manufatti realizzati nelle grandi riserve naturali, lungo i litorali più pregiati e nei centri storici.
Il sistema ambientale è duramente messo alla prova da questa destra, che vorrebbe anche permettere la trasformazione di manufatti agricoli in case, alberghi e strutture commerciali, cioè realizzare in zone agricole — le cosiddette zone E — ciò che i piani regolatori vietano. Sarà un’altra battaglia che faremo senza esclusione di colpi.