Il padre di Ilaria Sula, uccisa dall’ex e nascosta in una valigia: “Viviamo tra casa e cimitero”

"Più passano i giorni, più sento la mancanza di Ilaria. È una sofferenza che non si può spiegare, che non si può cancellare". Sono le parole di Flamur, il papà di Ilaria Sula, la ventiduenne uccisa a coltallate dall'ex Mark Samson il 26 marzo scorso, nascosta in una valigia e abbandonata in un dirupo. Ilaria il 20 maggio scorso avrebbe compiuto ventitré anni. Suo padre ha commentato la tragica notizia del femminicidio che si è consumato ad Afragola, in provincia di Napoli, dove Martina Carbonaro, quattordici anni, è stata uccisa dal diciannovenne Alessio Tucci.
Ilaria accoltellata nell'abitazione dei genitori di Samson, e abbandonata in un bosco Martina, uccisa a sassate dall'ex e chiusa dentro ad un armadio di un vecchio casolare. Entrambi i ragazzi hanno finto di aiutare nelle ricerche, quando già sapevano benissimo dove si trovavano i loro cadaveri, tutti e due hanno poi confessato i delitti.
"Quando ho saputo quello che è successo a Napoli mi sono sentito male – ha detto alla Repubblica – È stato come rivivere tutto ancora una volta". Flamur ha voluto lasciare un messaggio di vicinanza ai genitori di Martina: "Mi dispiace davvero tanto, capisco il loro dolore, è una cosa che non passa". E in merito a Samson, l'assassino di Ilaria, Famur ha detto: "Non avrò pace fin quando lui non sarà in carcere per sempre. Fino all’ultimo respiro cercherò di avere giustizia per Ilaria. Non rinuncerò mai".
All'Università del Salento deturpata una targa per Ilaria Sula vittima di femminicidio

Mentre Martina Carbonaro veniva uccisa dall'ex all'Università del Salento è stata deturpata una targa in un'aula dedicata ad Ilaria Sula dietro ad una sedia. "Questo posto è riservato ad Ilaria Sula, uccisa per femminicidio. Oggi sarebbe dovuta essere a lezione anche lei". Ignoti hanno scarabocchiato con la penna la parola "femminicidio". Ilaria era una studentessa della Facoltà di Statistica alla Sapienza.
Dura reazione del Dipartimento di Scienze Umane e Sociali, che in un comunicato ha espresso "sconcerto e ferma disapprovazione per i gravi fatti occorsi in mattinata presso un'aula dello Studium 6. Un gesto che offende la memoria di Ilaria Sula e di tutte le vittime di violenza, e contrasta profondamente con i valori di rispetto, inclusione e responsabilità civile che ispirano quotidianamente le nostre attività di ricerca, didattica e terza missione.
Ricordiamo che la lotta contro ogni forma di violenza di genere è per noi un impegno concreto, non solo teorico, e il Dipartimento continuerà a promuovere consapevolezza e responsabilità attraverso iniziative, studi e spazi di confronto. Il Disus rinnova il proprio impegno nella difesa dei diritti fondamentali e nella costruzione di una comunità universitaria sempre più attenta, solidale e libera da ogni forma di discriminazione".