Il killer di Maria Denisa Paun avrebbe accompagnato i figli a scuola con il cadavere nascosto nell’auto

L'assassino di Maria Denisa Paun avrebbe accompagnato i figli a scuola con il corpo della donna nel bagagliaio. Questo ulteriore agghiacciante particolare sarebbe emerso nelle indagini su Vasile Frumuzache, che ha confessato l'omicidio della escort di 30 anni, e di un'altra donna, Ana Maria Andrei, anche lei una escort di nazionalità romena, uccisa nel luglio del 2024.
Nelle carte dell'ordinanza di convalida del fermo, che porta la firma del gip Francesca Del Vecchio, quello che viene descritto è un killer organizzato e lucido. Tanto efficiente da far sospettare che non fosse da solo e che abbia agito con l'aiuto di un complice.
Secondo quanto ora gli inquirenti sono in grado di ricostruire Frumuzache avrebbe lasciato poco dopo le 2.30 del 16 maggio il residence di Prato dove aveva preso appuntamento con Maria Denisa. Dopo averla uccisa avrebbe chiuso il corpo in una valigia, tornando nella sua casa di Monsummano Terme. Per fare questo tragitto secondo il GPS dell'auto impiega circa un'ora, senza fare apparentemente altre soste.
E proprio una volta raggiunta la sua abitazione di campagna, che avrebbe smembrato il corpo decapitandolo. Poi infila di nuovo i resti della sua vittima nell'auto, e accompagna i figli a scuola mentre la moglie rimane a casa. Sono le 8.30 circa quando torna casa, passa ancora un'ora e prende la strada delle colline delle Panteraie, una zona piuttosto impervia e isolata di Montecatini. Qui apre la valigia, abbandono il corpo tra i rovi, e poi dà fuoco alla testa della donna abbandonandola a circa un chilometro di distanza. Come se nulla fosse poi va in un centro commerciale a fare acquisti.
Per questo le carte del gip parlano di un assassino “lucido e organizzato”, che aveva già ucciso prendendo di mira sempre la stessa vittimologia e con un modus operandi che apparirebbe quasi identico. Il sospetto è che ci possano essere altre vittime, anche se il 32enne che intanto rimane in cella in isolamento dopo l'aggressione subita nega di avere ucciso altre donne.