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Il Comune di Roma denuncia Airbnb: “Violazioni sulla tassa di soggiorno, grave danno erariale”

Secondo quanto riportato dall’assessore Alessandro Onorato, Airbnb avrebbe applicato la stessa tariffa di 3,5 euro a persona in modo arbitrario, a differenza di quanto fanno gli alberghi, che devono valutare anche il tipo di struttura.
A cura di Natascia Grbic
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Ha versato negli anni 5,9 milioni di euro nelle casse di Roma Capitale come contributo di soggiorno, ma senza fornire ulteriori informazioni in merito. Adesso il Comune vuole vederci chiaro: per questo Airbnb, il colosso degli affitti a breve termine utilizzato in tutto il mondo, è stato querelato dal Campidoglio. La vicenda è arrivata fino allo Corte dei Conti: l'obiettivo è verificare se la convenzione stipulata tra Airbnb e Comune di Roma nel 2020 sia stata rispettata. Il problema sta nel fatto che la società privata ha sì versato milioni di euro nelle casse di Roma Capitale, ma senza specificare il numero di visitatori paganti, il tipo di struttura in cui hanno alloggiato, e per quante notti. Informazioni che, ad esempio, le strutture alberghiere sono tenute invece a fornire.

"Non è accettabile che Roma Capitale da anni non sappia a cosa facciano riferimento i soldi che Airbnb versa nelle casse capitoline – ha dichiarato l'assessore ai Grandi eventi, sport e turismo Alessandro Onorato – Nessuno ha mai controllato Airbnb per cosa pagasse. Il danno erariale è concreto, oltre che rimane totalmente iniquo rispetto agli alberghi che sono giustamente costretti a comunicare il numero dei pernottamenti effettuati, quanti ospiti e il livello della struttura. Di fatto da due anni è impossibile per l’amministrazione comunale operare un controllo sulla correttezza degli importi riversati. Airbnb non può decidere, inoltre, in maniera arbitraria quanto applicare a ogni locazione. Perché sempre 3,5 euro di tariffa comunale e non quanto applicano correttamente gli alberghi in base al livello della struttura? Si configura una concorrenza sleale con le strutture alberghiere che giustamente chiedono una tariffa proporzionata al livello della struttura. Una violazione evidente del regolamento comunale. Non vogliamo combattere l’app ma garantire la legalità, gli interessi di Roma e un sistema ricettivo che sia davvero integrato. La legalità e la trasparenza sono alla base di una sana concorrenza e di una città più giusta".

Secondo quanto riportato da Il Messaggero, al momento Airbnb non ha fornito nessuna risposta in merito. Anche se l'assessore Onorato ha specificato che, una volta sbrigate queste pratiche  e chiarita la vicenda, non avrà problemi a rinnovare l'accordo con la piattaforma di prenotazione online. A patto che fornisca in modo chiaro tutte le informazione che le sono state richieste nel periodo che va dal primo trimestre del 2020 al terzo trimestre del 2021.

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