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Giovani e salute mentale, casi in aumento fino al 40%. E le risposte della Regione non bastano

Dati sempre più allarmanti e in aumento: una situazione grave quella che riguarda i disturbi della salute mentale nei giovani. L’analisi in un report della Uil.
A cura di Beatrice Tominic
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Dipendenze, disturbi alimentari. ma anche depressioni e sindromi nevrotiche. Sono soltanto alcuni dei disturbi legati alla salute mentale di giovani e giovanissimi, under 18 e under 25, nella Regione Lazio. In quest'ultima fascia di età, gli accessi al pronto soccorso per cause neuropsichiatriche sono aumentati del 45%. Dati in forte crescita, in drastico e preoccupante aumento dopo la pandemia, sono quelli emersi nel report presentato dalla Uil dopo le analisi nelle scuole superiori e e i dipartimenti di neuropsichiatria degli ospedali e delle Asl di Roma e del Lazio.

Disturbi mentali di giovani e giovanissimi

In particolare, come anticipato. fra i disturbi alimentare aumentano quelli legati all'anoressia, mentre fra l dipendenze, oltre a cannabis e alcool, aumentano quelle legate ai videogiochi e al mondo virtuale che, di conseguenza, spesso porta all'isolamento dei ragazzi e delle ragazze.

Prendendo come esempio la sola Asl Roma 1, si contano nell'ultimo anno 9.700 accesso al dipartimento di salute mentale da parte di under 18, con un aumento del 40% negli ultimi 3 anni. A portare i ragazzi a rivolgersi al dipartimento sono soprattutto sindromi nevrotiche, depressione, disturbi alimentari, dipendenze e disregolazione emotiva.

Non sembra essere un caso, di conseguenza, come emerso nello scorso mese di settembre e spiegato a Fanpage.it dal professor Stefano Vicari, che la seconda causa di morte fra giovani e giovanissimi, dopo gli incidenti stradali sia il suicidio che, a sua volta, può derivare da disagi sociali o da forti dipendenze.

Cure e terapie non bastano

Nella regione Lazio oltre un milione e mezzo di cittadini fanno uso di antidepressivi, stabilizzanti dell'umore e calmanti. Nel frattempo, però, le cure e le terapie non bastano. I medici e gli infermieri neanche: mancano operatori sanitari specializzati nel settore che possano garantire una diagnosi e, di conseguenza, una cura per i giovani pazienti.

Nella Regione Lazio servono interventi concreti per avere un maggiore scambio di informazioni sul caso, ma anche nuovi posti per la degenza, qualora necessario e delle modalità di accesso chiare. Per il momento i posti disponibili sono 61, suddivisi fra Umberto I, Gemelli, Sant’Andrea e Santa Maria Goretti di Latina. Sei, ancora da attivare, esistono già al policlinico di Tor Vergata. A cui si aggiungono quelli dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù.

Le reazioni dalla politica: "Dati drammatici"

"I dati emersi dal report sono tragici. C'è una drammatica mancanza di percorsi di cura e di medici specializzati in patologie psichiatriche infantili, infermieri – commenta la consigliera regionale del Partito Democratico Emanuela Droghei – Non ci sono soldi. E nel frattempo la proposta di legge presentata lo scorso anno per contrastare i Disturbi del Comportamento Alimentare giace in un cassetto della commissione sanità a guida Fratelli d’Italia".

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