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Triplice omicidio a Prati (Roma)

Giandavide De Pau scriveva: Farò come Bilancia, il criminale condannato a 13 ergastoli

Dall’analisi del suo smartphone, emergono dettagli inquietanti sul pensiero di Giandavide De Pau, accusato dell’omicidio di tre donne a Prati, Roma. Scriveva: “Farò come Donato Bilancia”.
A cura di Enrico Tata
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Le esercitazioni con il coltello, la droga, i corpi di donne, i volti incappucciati e l'intenzione e il sogno di "fare come Donato Bilancia", un criminale condannato negli anni '90 a tredici ergastoli per aver commesso diciassette omicidi. Questo è emerso dalle analisi della memoria dello smartphone di Giandavide De Pau, accusato dell'omicidio di tre donne a Prati, Roma. Prima ha accoltellato due donne cinesi, Xianrong Li, Jung Xia Yang, e poi, nella stessa giornata, Marta Castano Torres.

De Pau in una chat: "Faccio come Donato Bilancia"

Per De Pau, Bilancia è quasi un maestro. Nelle chat scrive di volerlo eguagliare: "Ma non come lui a caso ma mirati". Ad alcune persone scrive, infatti: "Faccio come Donato Bilancia almeno vado una volta a riposarmi per qualcosa che ho fatto".

Il processo a De Pau inizia il prossimo 22 febbraio

Il processo nei suoi confronti è previsto il prossimo 22 febbraio, con De Pau che comparirà davanti ai giudici nell'aula bunker del carcere di Rebibbia. Dovrà rispondere dell'accusa di aver commesso tre omicidi nella stessa giornata a Roma nel novembre del 2022.

Tra le testimonianze che probabilmente verranno presentate dall'accusa, ricorda il Corriere della Sera, c'è quella di Jessica Rodriguez, una prostituta che De Pau incontrò proprio la notte degli omicidi.

Lei parlò dell'incontro ad un amico in questi termini:

"Quest’uomo davanti a me mi diceva “io ho ucciso molte persone. Tu non sai chi sono io, sono una persona molto cattiva e sai perché non ti uccido? Perché tu sei come me”. Io non so come sono viva, non lo so nemmeno io perché non mi ha uccisa. Mi ha confessato quello che aveva fatto…io mi sono paralizzata ma non potevo fargli vedere che avevo paura perché altrimenti mi avrebbe uccisa. Lui era strafatto così ho pensato che si stava inventando tutto per eccitarsi e ho pensato che tutto quello che mi stava dicendo fosse una bugia perché non sembrava per nulla un assassino che ne potevo sapere io… se fossimo stati da soli in una stanza per un’ora mi avrebbe ucciso".

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