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Gaeta, la mano del turco impressa nella roccia: il mistero della Montagna spaccata a picco sul mare

Una misteriosa spaccatura nella montagna a picco sul mare, un antro segreto in cui, nel Medioevo, le navi dei pirati saraceni trovavano rifugio e un sicuro nascondiglio, pronte ad attaccare le navi di passaggio per depredarle dei loro tesori. La ‘Montagna spaccata’ di Gaeta è uno dei luoghi più affascinanti del litorale pontino.
A cura di Enrico Tata
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Foto Regione Lazio
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Una misteriosa spaccatura nella montagna a picco sul mare, un antro segreto in cui, nel Medioevo, le navi dei pirati saraceni trovavano rifugio e un sicuro nascondiglio, pronte ad attaccare le navi di passaggio per depredarle dei loro tesori. La ‘Montagna spaccata' di Gaeta è uno dei luoghi più affascinanti del litorale pontino. Nella montagna ci sono tre fenditure nella roccia, con una lunga scalinata che conduce nelle più profonda fenditura centrale e alla cosiddetta ‘Grotta del Turco'. Questo squarcio nella montagna, questa enorme ferita nella terra, si sarebbe formata, secondo la tradizione cristiana, subito dopo la morte di Gesù Cristo. A ‘prova' di questo c'è la mitica ‘Mano del Turco', un'impronta lasciata secoli fa nella roccia (la forma di una mano, con cinque dita), che si sarebbe formata nel momento in cui un marinaio turco miscredente (non credeva all'origine divina delle spaccature nella montagna) si appoggiò con la mano destra e la pietra divenne morbida sotto la sua pressione.

La ‘mano del Turco'

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Sotto l'impronta c'è un distico latino del XV secolo:

Improba mens verû  renuit quod fam./ Fate tu credere, at hoc digitis saxa liquata probant, 

"Un incredulo si rifiutò di credere ciò che la tradizione riferisce, lo prova questa roccia ammorbiditasi al tocco delle sue dita"

Nel libro "Breve Descrittione Delle Cose Più Notabili di Gaeta" di Pietro Rossetto (1675) si legge:

"Poco doppo sopra la Cappella sudetta stava un’huomo a contemplar l’apertura del Monte, sentendo dire da circostanti, che ‘l Monte s’aprì nella morte di Cristo, disse, toccando il Monte, tanto è vero quel che dite, quanto, che questo Monte s’ammollisca, e riceva l’impressione della mia mano. Il monte si rese tenero alla durezza dell’incredolo, e ricevè l’impressione della destra".

Il Gaetani D'Aragona aggiunse un altro particolare: "L'incredulo, non solo spinse la mano contro la roccia, saggiandone la consistenza, ma vi appoggiò il pugno, dalla cui forma sarebbe scaturita la conchetta dalla quale scorrono rivoli di acqua, nota ai gaetani come "Lacrime della Madonna"".

Nella lapide (moderna) posta accanto alla misteriosa impronta, si legge:

"Si racconta che un visitatore miscredente (forse un marinaio turco) si rifiutò di credere che la montagna si era spaccata alla morte di Gesù Cristo in croce e, per disprezzo, appoggiò la mano alla roccia. La roccia si rammollì miracolosamente e vi rimase l'impronta della sua mano".

Una spiegazione scientifica della strana forma nella roccia: l'impronta sarebbe dovuta a fenomeni carsici. Invece la levigazione della roccia in corrispondenza dei cinque buchi sarebbe dovuta allo sfioramento continuo da parte di milioni di fedeli nel corso dei secoli.

La Montagna Spaccata e il santuario

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Vicino alla Mano del Turco, c'è il giaciglio dove, secondo una leggenda, dormì san Filippo Neri. Una piccola cappella con all'interno la tomba del generale napoleonico Alessandro Begani, fu costruita su un macigno di roccia sospeso nel vuoto che si staccò dall'alto dei costoni che hanno dato origine al nome del luogo, la Montagna Spaccata.  La caduta dell'enorme masso probabilmente si verificò a causa del terremoto nel 1434. Sulla spaccatura della montagna è stato edificato, nell'XI secolo, il Santuario della Santissima Trinità, dove pregarono nei secoli vescovi, pontefici, sovrani e santi.

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