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Covid 19

Frosinone, la Asl sospende senza stipendio i sanitari no vax: rischiano il licenziamento

Continuano ad arrivare i provvedimenti nei confronti degli operatori sanitari che non hanno voluto ricevere il vaccino contro la covid-19. A Viterbo in due sono stati sospesi senza stipendio “fino a nuove disposizioni”, mentre altri diciotto sono stati trasferiti a nuove mansioni non a contatto con il pubblico.
A cura di Natascia Grbic
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Sanitari trasferiti ad altre mansioni, con eventuale riduzione dello stipendio a seconda della posizione, e due operatori sospesi senza salario "fino a vaccinazione e comunque fino a nuove disposizioni". Questo quanto sta accadendo nella Asl di Frosinone nei confronti dei sanitari che non hanno voluto ricevere il vaccino anti-covid. A comunicarlo, a Il Corriere della Sera, la direttrice generale della Asl Pierpaola D'Alessandro. "Abbiamo sospeso o spostato i sanitari che non hanno alcuna certificazione e dunque non si sono vaccinati. Per fortuna nella Asl di Frosinone sono pochi: circa 30 su 4.400″, ha dichiarato D'Alessandro.

I primi provvedimenti sono partiti nei giorni scorsi, ma non è escluso che possano essercene di nuovi nel corso della settimana. "C’è l’autunno alle porte e non è possibile abbassare la guardia. I ricoverati di questi giorni sono nella maggioranza dei casi persone non vaccinate. I casi più complessi restano quelli di pazienti già in cura con altre patologie o in uno stato di salute non buono. Penso a patologie come l’ipertensione e il diabete. Così come l’obesità è un problema per chi contrae il Covid". D'Alessandro ha poi specificato che l'aumento dei pazienti ricoverati per covid è un problema per la sanità pubblica, che ha necessità di occuparsi anche di persone affette da altre patologie.

Sono circa 3mila i lavoratori della sanità pubblica del Lazio che hanno deciso di non vaccinarsi. Le sospensioni stanno arrivando in queste settimane, ma chi non si metterà in regola con l'obbligo vaccinale entro dicembre perderà il posto di lavoro. Per i lavoratori della sanità, infatti, data la delicatezza della posizione lavorativa il vaccino non è un'opzione. Adesso si spera che il personale sanitario non ancora in regola prenoti la propria dose entro qualche settimana.

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