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Fratellini picchiati e abbandonati, il racconto dei medici: “Quasi ciechi per la denutrizione”

La storia di Dario e Nicola è sconvolgente: due fratellini di 4 e 6 anni maltrattati e denutriti, tenuti in uno stato di totale abbandono. A prendersi cura di loro per due mesi il personale del Policlinico Umberto I, che ai microfoni di Fanpage.it ha raccontato l’esperienza vissuta e il lungo percorso per curarli.
A cura di Redazione Roma
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È una storia terribile quella di Dario e Nicola (i nomi sono di fantasia), due fratelli di 6 e 4 anni che sono stati salvati dalle forze dell'ordine mentre si trovavano in uno stato di totale deprivazione e abbandono, con addosso i segni di violenze e abusi fisici ripetuti nel tempo. Una storia però con un lieto fine: dopo due mesi di ricovero al Policlinico Umberto I sono stati trasferiti in una casa famiglia e ora sono stati dichiarati adottabili.

Quando sono arrivati in ospedale Dario e Nicola erano in condizioni gravi, tanto da far temere per la loro vita e sulla possibilità di un loro recupero completo. Spiega Ugo Sabatello, il neuropsichiata infantile che li ha avuti in cura, ai microfoni di Fanpage.it: "Sono stari ricoverati con grossi problemi dal punto di vista somatico. Cera una cecità incipiente, abbiamo riscontrato delle lesioni e dei traumi. Ma abbiamo registrato anche una situazione grave dal punto di vista neurologico e psichiatrico, nel senso che erano bambini fortemente deprivati, bambini che probabilmente avevano avuto quanto era necessario per restare in vita e poco altro".

Pazienti che non avevano bisogno solo di essere curati nel fisico, ma anche di sentirsi al sicuro e accolti. Per la prima volta all'Umberto I hanno scoperto un ambiente dove percosse e maltrattamenti non erano all'ordine del giorno. "Il fatto che potessero affidarsi e fidarsi del personale era un aspetto fondamentale sia per poterli curare, ma anche per poterli far star bene", aggiunge il medico.

Sabatello nel corso della sua carriera ne ha visti tanti di bambini maltrattati, ma difficilmente dei bambini così piccoli con alle spalle già anni di percosse: "Hanno rischiato effettivamente la vita".

Una sfida anche per il personale quello di curare e accogliere i fratellini. "Il primo impatto è stato particolare, molto pesante pesante, perché vedevo una situazione dove era evidente che due bambini erano in sofferenza, sia fisica che ovviamente psicologica.  – racconta Andrea Tomba, infermiere – Però è stato altrettanto bello vedere il passaggio, giorno dopo giorno da una condizione molto precaria a una condizione sempre migliore, soprattutto un rapporto di fiducia sempre più presente. E questo è stato fondamentale per tutti e due i bambini, soprattutto per quello più piccolo che non riusciva neanche a camminare". Ci sono voluti 20 giorni perché Nicola riuscisse di nuovo a mettere i piedi a terra e a muoversi.

Proprio il fratello minore era il più diffidente verso gli adulti, e conquistare la sua fiducia non è stato facile: "Era molto più diffidente e evidentemente i traumi erano ancora freschi rispetto a quelli del fratello. Abbiamo vissuto una marea di emozioni nei due mesi che sono stati qui. Erano disidrati, a uno stato di malnutrizione talmente elevato che questo bambino non aveva un filo di muscolatura praticamente". A stringersi attorno a Dario e Nicola non è stato solo il personale, ma anche i genitori degli altri bambini ricoverati: "C'è stato addirittura chi ha chiesto di poterli adottare lì per lì".

Ora per loro una nuova vita: "Ci auguriamo che per loro ci sia la possibilità di trovare una famiglia che gli dia tutto quello che non hanno avuto fino adesso".

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