Francis Kaufmann dopo l’arresto per l’omicidio della bimba a Villa Pamphili: “Italiani mafiosi”

"Italiani mafiosi". Queste le parole pronunciate con disprezzo da Francis Kaufmann, l'uomo fermato per l'omicidio della bambina di pochi mesi trovata morta a Villa Pamphili a duecento metri di distanza dal corpo della madre, ancora non identificata. Kauffman, che usava diversi alias e documenti falsi – si faceva chiamare con il nome di Rexal Ford e Matteo Capozzi – ha pronunciato queste parole durante l'udienza di convalida del fermo in Grecia, prima di essere trasferito nel carcere di Larissa. Kaufmann ha rifiutato l'estradizione in Italia: adesso ci si aspetta che sia la Corte d'Appello a pronunciarsi sul suo trasferimento a Roma.
Kauffman è al momento accusato solo dell'omicidio della bambina di pochi mesi. Al momento non sono stati trovati segni di violenza sul corpo della madre, ma non è escluso che vengano disposti nuovi accertamenti sulla salma della donna per chiarire le cause della morte. Certo è che non ha avuto un'overdose e non ha avuto un malore, mentre sulla piccola – deceduta pochi giorni dopo di lei – sono stati trovati segni di percosse e strangolamento. Che la madre sia deceduta di morte naturale, quindi, appare improbabile. Ma una cosa sembra sicura: Kaufmann non sembrerebbe avere nessuna intenzione di collaborare con le autorità.
L'uomo era arrivato a Roma da alcuni mesi con la donna e la bambina, sulla cui identità non c'è ancora certezza. Diverse le ipotesi in campo: che sia una cittadina americana come Kaufmann, o una cittadina ucraina in fuga dalla guerra, cosa che spiegherebbe anche l'assenza di documenti e di un'identità certa. Dalle testimonianze di alcune persone, sembra che i due si siano conosciuti a Malta. Ma non si sa se la bambina sia veramente figlia dell'uomo oppure no.
Kauffman è stato fermato per tre volte dalla polizia, chiamata da cittadini allarmati per i comportamenti violenti dell'uomo. In diversi casi sono stati allertate le forze dell'ordine per la presenza in strada dell'uomo ubriaco, che in più di un'occasione ha strattonato la donna con in braccio la bambina. La polizia intervenuta si è limitata solo a chiedere i documenti all'uomo, accettando le sue spiegazioni sul fatto che non c'era stata nessuna lite e che la donna era sua moglie. Nonostante lei non avesse i documenti e la segnalazione fosse stata fatta per violenza, non è stata separata da Kaufmann per prendere la sua testimonianza, né sono stati fatti accertamenti sulla sua identità come invece accade quando a essere fermate sono persone migranti.
