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Donna e neonata morte a Villa Pamphili

Kaufman identificato e rilasciato tre volte, indagine interna alla polizia. Il Comune: “Fatto tutto il possibile?”

Il capo della polizia Vittorio Pisani ha aperto un’inchiesta per fare luce su possibili negligenze riguardo il caso di Villa Pamphili. Per tre volte Francis Kaufman è stato fermato perché violento con la donna e la bambina, ma è sempre stato lasciato andare senza controlli approfonditi.
A cura di Natascia Grbic
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Il capo della polizia Vittorio Pisani ha aperto un'inchiesta per fare luce su possibili negligenze riguardo il caso di Villa Pamphili, dove in almeno tre occasioni Francis Kaufman – che si spacciava per Rexal Ford – era stato fermato per segnalazioni di comportamenti violenti. L'inchiesta servirà ad accertare come mai la donna, nonostante non avesse i documenti, non sia stata identificata, accontentandosi solo della parola dell'uomo, e perché non siano stati attivati i protocolli riguardanti i casi di violenza di genere.

A riportarlo è Il Corriere della Sera. La donna e la bambina – non ancora identificate – sono state trovate morte il 7 maggio a Villa Pamphili. Il 20 maggio l'uomo è stato fermato una prima volta dopo che alcuni passanti avevano chiamato la polizia perché ubriaco strattonava la donna con in braccio la bimba. A poche ore di distanza era stato nuovamente controllato perché aveva una ferita alla testa e il suo comportamento era reso sempre violento dall'alcol, mentre il terzo controllo è stato fatto il 5 giugno, quando la donna era già morta ma la piccola ancora viva. In quel caso delle persone avevano chiamato la polizia perché l'uomo girava ubriaco con una bottiglia di vino, mentre la bimba di pochi mesi piangeva disperata. Al controllo hanno partecipato gli stessi agenti che lo hanno fermato il 20 maggio: ai poliziotti ha detto che la moglie era andata via e gli aveva lasciato la bambina, e lo hanno lasciato andare. Presumibilmente, la piccola è stata uccisa il giorno dopo.

Sul comportamento della polizia tenuto in queste occasioni è stata presentata anche un'interrogazione parlamentare dal Partito democratico. "Ho presentato, insieme alla senatrice Valeria Valente e al senatore Filippo Sensi e altri colleghi, un’interrogazione urgente al Ministro dell’Interno, per fare chiarezza sui fatti che hanno condotto al tragico ritrovamento, lo scorso 7 giugno, dei corpi senza vita di una donna e di una bambina di circa sei mesi all’interno del parco di Villa Pamphili a Roma – ha dichiarato la senatrice Cecilia D'Elia -. Dalle ricostruzioni giornalistiche e dalle indagini risulta che l’uomo fermato per i due omicidi — identificato inizialmente come Rexal Ford, nome successivamente risultato falso — era già stato segnalato in almeno tre occasioni precedenti alle forze dell’ordine per episodi di violenza, sempre in compagnia della donna e della bambina. Nonostante ciò, non è mai stata accertata l’identità della donna, né sono state adottate misure di protezione o separazione nei confronti della coppia. Per questo abbiamo voluto chiedere al Ministro di fare chiarezza su questo ennesimo caso di femminicidio che sembra mettere in evidenza gravi lacune nel sistema di prevenzione e protezione previsto anche dalla Convenzione di Istanbul. Abbiamo quindi chiesto cosa il governo intende fare e quali risorse intende investire per garantire una formazione delle forze dell’ordine, che sia efficace per riconoscere tempestivamente i segnali di violenza — anche se non esplicitamente denunciati — e intervenire adeguatamente per tutelare le vittime. Non possiamo accettare che troppo spesso a fronte di ripetuti allarmi, donne e bambini restino soli di fronte alla violenza".

L'assessora Lucarelli: "Abbiamo fatto tutto il possibile?"

""Ringrazio il Questore di Roma, Roberto Massucci, per aver disposto l'apertura di un'indagine interna. Una scelta importante, che conferma la volontà di non voltarsi dall'altra parte e di affrontare con serietà e trasparenza ogni interrogativo che un fatto cosi' drammatico inevitabilmente solleva", ha affermato l'assessora al Commercio e alle Pari Opportunità, Monica Lucarelli. 

"Di fronte a una tragedia come quella avvenuta a Villa Pamphili, la domanda più difficile, ma anche più necessaria, che dobbiamo porci è: abbiamo fatto davvero tutto il possibile? Abbiamo saputo cogliere i segnali, attivare gli strumenti giusti, mettere in campo tutte le risorse disponibili per proteggere una donna e la sua bambina?" Non si tratta di cercare colpe, ma di mantenere aperta una riflessione lucida e costruttiva. Ogni evento così doloroso ci richiama a un margine di miglioramento che non possiamo ignorare. Oggi abbiamo l'occasione, e il dovere, di trasformare questo dolore in responsabilità concreta", ha spiegato.

"Perché rafforzare la prevenzione significa anche avere il coraggio di capire se qualcosa puo' essere migliorato: investire nella formazione, potenziare gli strumenti operativi, consolidare le sinergie tra le istituzioni. E' questo lo spirito con cui abbiamo avviato la Cabina di Regia del progetto M.A.R.A.: un luogo stabile di coordinamento tra Roma Capitale, forze dell'ordine, Procura, ASL, Scuole e associazioni che gestiscono i centri antiviolenza, per mettere a sistema dati, strumenti e competenze. Solo così possiamo rafforzare in modo strutturale la rete di protezione, intervenire in modo tempestivo e non lasciare nessuna da sola", ha concluso Lucarelli.

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