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Emanuele ucciso a coltellate per un prestito da 50 euro: è morto davanti agli occhi della fidanzata

Si fa luce sul movente dell’omicidio di Emanuele Mattei, avvenuto all’1.30 di ieri, martedì 15 settembre in zona Ostiense. L’uomo è stato aggredito e accoltellato a morte da due uomini che pretendevano la restituzione di un debito di poche decine di euro. Con la vittima si trovava la fidanzata: “È morto tra le mie braccia”.
A cura di Redazione Roma
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È l'1.30 di notte quando Emanuele Mattei sta rientrando nella sua abitazione in Oderisi Da Gubbio in zona Ostiense. Sotto casa lo aspettano due uomini che conosce, si tratta di Salvatore Cau e di un altro uomo di cui le generalità non sono note. Rivogliono i soldi, appena 50 euro che il 46enne, di professione cameriere in un ristorante della zona, deve restituire a uno dei due. Hanno bevuto troppo i due aggressori e la discussione in strada presto degenera, Cau estrae un coltello e colpisce Emanuele a morte.

I due arrestati sono stati riconosciuti dalla fidanzata di Emanuele

La scena si svolge davanti agli occhi della fidanzata della vittima che chiede aiuto, chiama i soccorsi e si vede morire Emanuele tra le braccia. Cristina più tardi riconoscerà i due uomini: un cittadino egiziano, una conoscenza di Emanuele, e l'uomo che gli si avvicina per esigere il piccolo debito contratto dalla vittima con il primo. A nulla serve l'arrivo dei soccorsi: quando il personale sanitario del 118 giunge sul posto le sue condizioni sono già gravissime, ha perso moltissimo sangue e la corsa in ospedale non basta a salvargli la vita.

Omicidio volontario per futili motivi

Le indagini lampo hanno portato al fermo poche ore dopo dei due uomini. Ora Salvatore Cau, residente in provincia di Viterbo ma che svolge diversi lavori nella capitale, dovrà rispondere delle coltellate mortali. Individuato da due agenti fuori servizio che hanno visto del sangue sulla portiera della sua auto e insospettiti si sono avvicinati, è accusato di omicidio volontario con l'aggravante dei futili motivi. Interrogato dai carabinieri non ha negato le sue responsabilità.

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