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Un uomo armato di pistola minaccia due netturbini al Tufello: “Ve ne dovete andare”

I due operatori dell’Ama erano al lavoro per la rimozione delle foglie in via Monte Massico quando sono stati avvicinati da un uomo che, pistola alla mano, li ha minacciati di allontanarsi, forse perché disturbavano le attività di spaccio.
A cura di Simone Matteis
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Un uomo armato di pistola ha minacciato due operatori ecologici di Ama che mercoledì sera erano al lavoro per ripulire le strade del Tufello: "Andatevene via!" avrebbe urlato, agitando la pistola che teneva tra le mani. Per evitare problemi i due si sono allontanati, denunciando all'Azienda quanto accaduto.

Due netturbini minacciati mentre ripulivano le strade

Erano da poco passate le 23 di mercoledì 25 ottobre quando due uomini, entrambi dipendenti della municipalizzata di Roma responsabile della cura dell'ambiente e della pulizia delle aree urbane, stavano effettuando degli interventi di rimozione delle foglie in via Monte Massico, nel quartiere del Tufello, a nord della Capitale. Un lavoro di routine nel turno serale interrotto all'improvviso da un uomo che ha avvicinati i due netturbini con fare minaccioso, intimandogli di andare via da quella zona.

L'uomo era armato di pistola

L'ipotesi più accreditata al momento sembrerebbe essere quella di uno spacciatore, evidentemente infastidito dalla presenza dei due: oltre alle grida, l'uomo ha tirato fuori una pistola quando era già a pochi passi dai netturbini. Per scongiurare il rischio che la situazione potesse degenerare da un momento all'altro, i due operatori Ama si sono allontanati, denunciando però l'accaduto all'Azienda che in una nota fa sapere di essere pronta a sporgere denuncia.

L'ipotesi del pusher al Tufello

L'idea che l'uomo che ha minacciato i due netturbini fosse un pusher attualmente rimane la pista più probabile da seguire anche in considerazione del fatto che, proprio nella zona del Tufello, più volte si sono verificati episodi legati al business dello spaccio di droga. A inizio anno la polizia aveva scoperto, sempre nella borgata a nord della Capitale, un giro di spaccio a conduzione familiare che coinvolgeva circa una dozzina di persone e che si avvaleva di un servizio di "pony express", veri e propri corrieri della droga a domicilio.

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