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Droga in carcere a Velletri, entrava con i pacchi di bresaola e mortadella destinati ai detenuti

Il metodo ingegnoso per introdurre la droga all’interno del carcere di Velletri. I carabinieri hanno arrestato dieci persone con le accuse di spaccio ed estorsione.
A cura di Enrico Tata
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La cocaina nascosta tra la bresaola, l'hashish nella mortadella, in generale nei pacchi destinati ai detenuti. Così veniva introdotta la droga all'interno del carcere di Velletri. Ma le forze dell'ordine hanno scoperto anche altri metodi ingegnosi: nascosta nelle scarpe oppure in oggetti di uso quotidiano. In altri casi, le dosi venivano lanciate dall'esterno delle mura carcerarie verso l'interno, in aree ben precise, per poi essere recuperate.

I carabinieri di Velletri hanno arrestato 10 persone, 9 in carcere (cinque sono già detenuti all'interno del carcere per altre ragioni) e una ai domiciliari, su disposizione del gip del Tribunale di Velletri, che ha emesso un'ordinanza su richiesta della procura. Si tratta di cinque italiani, due marocchini, un nigeriano, una romena e una moldava. Sono accusati a vario titolo dei reati di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti all’interno del carcere di Velletri, estorsione ed accesso indebito a dispositivi di comunicazione da parte di soggetti detenuti.

Le indagini sono cominciate quando un uomo è stato sorpreso a nascondere droga all'interno delle sue scarpe con l'obiettivo di introdurla all'interno del carcere. I carabinieri hanno scoperto un vero e proprio giro di spaccio all'interno dell'istituto e un caso di estorsione nei confronti di un detenuto. La droga, infatti, veniva distribuita all'interno del carcere soltanto dopo che i parenti dei destinatari avevano effettuato pagamenti con ricariche su carte prepagate. Spesso si sono verificati problemi legati a ritardi o mancati pagamenti e in un caso un uomo ha subito una vera e propria estorsione a causa di un presunto debito di droga. È stato minacciato di pesanti ripercussioni qualora non avesse saldato la somma dovuta.

Per comunicare con l'esterno, ordinare droga e minacciare i parenti in caso di mancato pagamento alcuni detenuti utilizzavano telefoni e nel corso delle operazioni, infatti, sono stati sequestrati tre cellulari, un microtelefono, caricabatterie e auricolari. Il giro di affari dello smercio di sostanze stupefacenti ammontava a oltre 100mila euro.

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