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Detenuto torturato a Regina Coeli, Grimaldi (Avs): “Ferita per democrazia, presenteremo interrogazione a Nordio”

Il deputato di Alleanza Verdi Sinistra Marco Grimaldi dopo l’intervista esclusiva di Fanpage.it a un detenuto che ha denunciato torture di due giorni all’interno del carcere di Regina Coeli: “L’assenza di controlli è inaccettabile. Qualcuno dovrà rispondere di negligenza”.
A cura di Gabriel Bernard
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“Quando un detenuto viene torturato per due giorni, non è solo un fallimento del sistema penitenziario, ma è una ferita aperta per la democrazia e per la Costituzione”. Così Marco Grimaldi, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, dopo che Fanpage.it ha raccolto in esclusiva la storia di Simone, seviziato per quarantotto ore in una cella del carcere di Regina Coeli da altri tre detenuti per essersi rifiutato di nascondere un cellulare. Grimaldi annuncia un’interrogazione parlamentare: “Chiederemo al ministro della Giustizia Carlo Nordio se fosse a conoscenza del caso”.

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In quei due giorni di luglio, Simone si è ritrovato con le mani legate a un letto e nessun agente della polizia penitenziaria ha mai fatto un accertamento in quelle quattro mura, si è mai spinto oltre quella porta. “Lo Stato ha abbandonato le sue responsabilità”, continua Grimaldi. “Le carceri italiane, troppo spesso, sono diventate zone franche dove la legge non entra. Tante inchieste dimostrano che la violenza prolifera: altro che decreti sicurezza”. E i tre che hanno picchiato Simone, gli hanno strappato le unghie e hanno cercato di tagliargli le vene, si presentavano come i “padroni” di Regina Coeli.

Grimaldi riflette: “L’assenza di controlli per quarantotto ore è inaccettabile. Qualcuno dovrà rispondere di negligenza”. Disattenzione? Cercare di tenersi lontani da possibili problemi? I sindacati della polizia penitenziaria lamentano carenza di personale e da mesi sostengono che l’organico è scoperto del 10%. Allo stato attuale, dicono, c’è un solo agente per ogni due detenuti. “Tutto ciò è un forte disagio vissuto dagli agenti stessi e i dati parlano chiaro”, aggiunge Grimaldi. Che si sofferma su ogni problema del carcere, dal sovraffollamento agli abusi. “Bisogna dirlo chiaramente: troppe vicende di cronaca raccontano violenze e indifferenza verso i detenuti. È il segno di una carenza spaventosa di cultura democratica proprio tra chi dovrebbe garantire il rispetto dei diritti. E i cosiddetti “decreti sicurezza” hanno aggravato il problema, trasformando resistenze passive in reati con anni di carcere aggiuntivo e accentuando il potere arbitrario degli agenti”.

Tra i principali problemi delle carceri italiane c’è il sovraffollamento, che in alcuni casi ha raggiunto un tasso del 134%, e i suicidi. Il Guardasigilli Carlo Nordio ha dichiarato: “Il sovraffollamento è una forma di controllo. Alcuni tentativi di suicidio sono stati sventati proprio dai compagni di cella”. Un’affermazione che ha fatto molto discutere e il deputato Grimaldi interviene. “I detenuti senza posto letto sono 16mila. Dire che il sovraffollamento è una risorsa è un’offesa a chi subisce la disumanità di queste condizioni. Il ministro dovrebbe piuttosto sentire tutto il peso dei 45 suicidi avvenuti da inizio anno, tra cui giovanissimi e persone con gravi disagi psichici che non avrebbero dovuto stare in carcere”.

Simone, come tanti altri, è finito in cella su misura cautelare. “Il governo non ha una strategia per affrontare la crisi del carcere. La strada da seguire non è costruire più strutture, ma ridurre la popolazione detenuta ricorrendo a pene alternative”. A giugno, i detenuti che avrebbero potuto accedere a misure alternative erano circa 24mila. Donne incinte, malati o disabili, autori di reati minori. «Dovrebbero stare fuori – ribadisce Grimaldi – Invece, con il decreto sicurezza e non solo, il governo ha creato nuovi reati per 417 anni di carcere in più complessivi”.

La storia di Simone scuote le coscienze. Torturato da chi si crede padrone del penitenziario, seviziato per aver deciso di rispettare le regole e non aver nascosto un cellulare. “Nelle carceri mancano agenti, educatori, psicologici, medici, attività formative e professionalizzanti. E questo vuoto trasforma i penitenziari in terre di nessuno, dove le logiche criminali dilagano e chi è più vulnerabile rischia di soccombere”.

Da Alleanza Verdi Sinistra chiedono al ministro Nordio se intente inviare un’ispezione a Regina Coeli e se dispone di dati su episodi simili. Tanti gli interrogativi. “Chi ha autorizzato la mancata sorveglianza? Quali protocolli sono stati violati e quali misure si intendono adottare per proteggere i detenuti, in particolare quelli che denunciano le violenze? Il Guardasigilli risponde sempre e solo con dichiarazioni di principio. Non basta”.

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