D’Amato (Azione) dopo l’inchiesta sull’Istituto San Michele: “Quadro desolante, si rischia valanga in Regione”

Continuano le reazioni da parte della politica dopo la pubblicazione dell'ultima inchiesta di Fanpage.it Amichetti d'Italia, che ha fatto emergere ciò che avverrebbe nell'Istituto San Michele, l'Azienda pubblica di servizi alla persona più grande della Regione e la seconda in Italia che si occupa di gestire case di riposo, Rsa e altre attività di assistenza. Nell'ultimo periodo, secondo quanto emerso dall'inchiesta di Fanpage.it, con la presidenza di Giovanni Libanori di Fratelli d'Italia, vicino al deputato Luciano Ciocchetti e già vicesindaco di Nemi l'Istituto si sarebbe trasformato. "Un poltronificio", hanno definito dal Movimento Cinque Stelle quel sistema di appalti, consulenze e incarichi emersi dall'inchiesta. "Centro di potere e spartizione", ha tuonato invece il Partito Democratico. In entrambi i casi hanno fatto sapere che saranno presentate delle interrogazioni.
Non è mancata neanche la reazione di Azione, che si è espressa duramente nelle parole di Alessio D'Amato che, invece, ha definito la situazione "grave e desolante". A rompere il silenzio dalla Regione Lazio, invece, è stato lo stesso governatore Francesco Rocca. "Non mi sottraggo all'interrogazione. Tolleranza zero se non c'è trasparenza", ha dichiarato a margine di un evento questa mattina.
Secondo quanto presentato da Fanpage.it nell'inchiesta, infatti, il centro si sarebbe trasformato in un vero e proprio "laboratorio di potere", un centro di scambio appalti e consulenze, con un intreccio che appare essere sistematico di incarichi, nomine e relazioni fra esponenti di spicco di Fratelli d'Italia e figure territoriali a loro vicine.
"Ciò che emerge dall'inchiesta di Fanpage.it è un quadro grave e desolante: serve massima chiarezza e Rocca deve venire a riferire in aula – ha spiegato Alessio D'Amato di Azione – La vicenda del San Michele rischia di essere una slavina per il governo regionale al pari di quello che accadde ai tempi di lady Asl, in cui ancora una volta la struttura fu al centro di attività illecite poi confermate da sentenze definitive. La destra romana e laziale è una coazione a ripetere", conclude poi, ricordando l'indagine che scosse la Sanità nel Lazio nel 2004 con la scoperta di un sistema fatto di tangenti, accreditamenti presso la Sanità laziale di strutture fantasma, falsi mandati di pagamento, emissioni di fatture per prestazioni mai erogate e sparizione di fascicoli.