Coppia di 80enni disabili sotto sfratto: “Scena vergognosa, lei è in carrozzina e lui ha il cancro”

Elena e Michele (nomi di fantasia, N.d.R.) sono una coppia di anziani disabili al 100%. 77 anni lei, 87 lui, vivono una vita ritirata nel loro appartamento di via Pollio 40 a Roma, nel quartiere di Casal Bertone. Elena da anni si sposta solo in carrozzina, ha perso la mobilità degli arti inferiori. La notte dorme attaccata a un respiratore, e passa la maggior parte del tempo allettata. Michele ha il diabete, problemi al cuore e un tumore. Da dieci anni vivono in una casa che un tempo era di proprietà della Cassa Ragionieri, poi passata al Fondo Scoiattolo, fondo comune di investimento immobiliare. Questa mattina l'ufficiale giudiziario ha bussato alla loro porta accompagnato dalla forza pubblica: il fondo, infatti, vuole rientrare in possesso dell'abitazione. Davanti a loro c'è solo una cosa: lo sfratto. C'è però un problema: Elena e Michele, oltre a essere molto in là con l'età, hanno gravi problemi di salute. Elena non riesce nemmeno a muoversi da sola. Così è stata chiamata un'ambulanza per portarli via, magari in ospedale.
"Volevano portarli via con l'ambulanza"
"La situazione che ci siamo trovati davanti questa mattina è stata drammatica – racconta a Fanpage.it Marco Carroccia, di Unione Inquilini – La cosa che più ci ha fatto male è stato vedere Elena e Michele praticamente ignari della situazione. Non avevano capito che l'ufficiale giudiziario li voleva mandare via da casa, e probabilmente non si sono resi ancora conto dell'accaduto. Appena è arrivata la forza pubblica la figlia è corsa al loro appartamento, abbiamo trattato con l'ufficiale giudiziario nell'androne del palazzo. Temevamo che venisse loro un infarto". Il medico arrivato insieme all'ambulanza ha visitato i due signori e ha dichiarato che non era possibile eseguire lo sfratto, rimandato quindi al 14 giugno. E così, a 77 e 87 anni, Elena e Michele devono trovare un'altra abitazione.
La storia di Elena e Michele
La loro storia inizia dieci anni fa, quando si trasferirono nel palazzo di via Pollio 40, all'epoca di proprietà dell'ente Cassa Ragionieri. "Elena e Michele sono subentrati al precedente affittuario, comunicandolo all'ente e pagando ogni mese l'indennità di occupazione – spiega Carroccia – Facendo forse un errore di valutazione, pensavano di poter acquistare in futuro la casa. Potevano offrire fino a 280mila euro, ma la proposta non è stata giudicata congrua. Così hanno deciso di sfrattarli". I figli della coppia stanno provando a cercare un'altra abitazione per loro, ma non è semplice. Elena si muove in carrozzina, e serve un posto dove le barriere architettoniche non siano presenti. "In quel palazzo è pieno di case chiuse – conclude Carroccia – Se il fondo ha bisogno di soldi, perché non vende o affitta quelle? Cacciare due anziani disabili da casa in questo modo è vergognoso". Elena e Michele non sono gli unici sotto sfratto in quella palazzina. "C'è una signora di 94 anni, anche lei disabile. Non oso immaginare quando andranno a buttare lei fuori di casa. Come si può fare una cosa del genere?".
Fondo Scoiattolo: "Abbiamo solo applicato la legge"
"Noi stiamo solo tenendo fede al nostro mandato di gestione – spiega Marianna Caserta del Fondo Scoiattolo, contattata da Fanpage.it – Il Tribunale ha emesso un'ordinanza, un titolo esecutivo, ed è stato poi indicato l'ufficiale giudiziario. Non abbiamo fatto altro che applicare la legge. Bisogna sottolineare che il giudice è a conoscenza dei fatti e delle problematiche degli inquilini, e ha validato lo sfratto. Noi non possiamo come fondo dire ‘no, non eseguo lo sfratto perché all'interno ci sono persone che hanno un handicap'. Non rappresenta il mandato che ci è stato affidato. Il nostro compito è applicare la legge, che ci dice che in caso di morosità possiamo richiedere lo sfratto. Il giudice ha accolto la nostra istanza, ha emesso un titolo esecutivo e così l'ufficiale giudiziario è andato sul posto. Queste azioni sono anche a tutele degli iscritti di cassa ragionieri, perché ricordiamoci che con i rimborsi l'ente paga le pensioni".