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Covid 19

Caos scuole tra quarantene e no vax. Rusconi: “Mancano i prof, anche laureandi in classe”

Nella Regione Lazio la scuola riapre il 7 gennaio, ma tra professori no vax e personale in quarantena il rischio è che il sistema vada in tilt. Il presidente dell’Associazione dei presidi Mario Rusconi (Anp): “Per la scuola nessun provvedimento, delusi da Speranza e dal Governo”.
A cura di Beatrice Tominic
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A tre giorni dalla riapertura della scuola nel Lazio e a Roma è rischio caos. Sono infatti migliaia i professori no vax che non riprenderanno servizio, a cui vanno aggiunti gli insegnanti contagiati e in quarantena, così il sistema va in sofferenza e le lezioni sono a rischio.  Lo slittamento della riapertura delle scuole nel Lazio è esclusa, l'assessore alla Sanità Alessio D'Amato ha ribadito che il Lazio si atterrà alle disposizioni nazionali senza fughe in avanti o chiusure.

"Per quanto riguarda il Lazio la regione ha stabilito il 7 per il rientro a scuola ed è stato confermato, ma noi sappiamo che ci sono molte scuole, a cominciare dal mio liceo, il Pio IX, che cominciano il 10 gennaio, facendo il ponte", spiega a Fanpage Mario Rusconi, il presidente dell'Associazione Nazionale Presidi (ANP) di Roma. Ma ponte o non ponte i problemi sembrano solo rimandati. I dirigenti scolastici chiedono da giorni a gran voce nuove misure, a cominciare da un sistema di screening costante della popolazione scolastica e la fornitura di mascherine FFP2

"No alla Dad obbligatoria per i non vaccinati"

Preoccupa l'aumento dei contagi dovuta alla variante Omicron, e che il ritorno in classe dopo le vacanze di Natale possa provocare un ulteriore impennata della curva. "Sul vaccino obbligatorio noi non diciamo nulla, è una decisione che sarà presa dal governo, ci atteniamo ovviamente a quello che verrà deciso. L'unica cosa per la quale ci siamo permessi da educatori di esprimere il nostro forte dissenso è il fatto di lasciare in classe solamente i vaccinati e mettere in didattica a distanza i non vaccinati, secondo noi non può funzionare", continua Mario Rusconi.

Ma è su un punto che i presidi insistono: l'allestimento di hub per lo screening degli studenti. "Noi ci saremmo aspettati che per il rientro fossero allestiti, in città come Roma, gli hub annunciati dal Ministero della Salute e dall'esercito per verificare con i tamponi antigenici lo stato di salute degli studenti e delle studentesse, cosa che, invece, non sta avvenendo e questo ci lascia profondamente delusi. Molti bambini e molti ragazzi rientrano a scuola senza sapere se abbiano contratto o meno il virus e, nel caso di contagio, potrebbero infettare anche gli altri. La nostra priorità è quella di tutelare chi vive ogni giorno il mondo della scuola con lo screening davanti alle scuole e la fornitura delle mascherine FFP2″. Di screening per ora non se ne parla, mentre le mascherine "il Ministero ha fatto sapere che verrano fornite solo al personale che ha rapporto diretto con studenti disabili che non possono indossare mascherine", scelte di fronte alle quali Rusconi non nasconde la delusione.

Rientro a scuola a gennaio: mancano i prof

Un altro tasto dolente del rientro a scuola che rischia di mandare in tilt il sistema scolastico regionale (e non solo) è l'ampio numero di cattedre lasciate scoperte "soprattutto di materie scientifiche soprattutto nelle scuole superiori, tecnici professionali e licei", specifica Rusconi. "Sarà molto difficile riuscire a recuperare insegnanti con l'abilitazione, probabilmente dovremmo ricorrere perfino ai laureandi, non  c'è altro sistema. Non abbiamo ancora numeri precisi per quanto riguarda i professori no vax: l'aumento dei luoghi che richiedono il green pass (bar, ristoranti, musei ecc) potrebbe aver convinto anche le persone che prima erano incerte: solamente con la riapertura delle scuole scopriremo con certezza il numero delle persone senza vaccino. Per controlli di questo tipo nelle scuole esiste un'app che sostituisce l'esibizione del green pass (che non può essere mostrato negli edifici scolastici) che, dai sistemi informatici, può verificare se un docente, ma anche un preside o un dipendente che lavora nel personale Ata o amministrativo, sia abilitato ad entrare a scuola o meno."

Nel frattempo, però, la situazione è abbastanza complessa: "Abbiamo ricevuto centinaia di diffide da parte degli avvocati di chi contesta direttamente l'obbligo vaccinale ed esistono medici che affermano che, con certificati talvolta poco comprensibili, affermano lo stato di fragilità del proprio paziente: si sta determinando un contenzioso notevole. Questo è tutta sabbia negli ingranaggi della scuola. Questa situazione ci lascia molto delusi, non solo come professionisti ma direi anche come cittadini. La scuola funziona bene solamente se le altre istituzioni funzionano bene, ma se le altre istituzioni non fanno fino in fondo il loro lavoro, la scuola diventa la vittima sacrificale e questo non è tollerabile."

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