video suggerito
video suggerito

Bimba nasce prematura con un tumore che le occupa metà corpo, salvata con un eccezionale intervento

Straordinario doppio intervento prima e dopo la nascita di una bimba venuta alla luce prematuramente permette di salvarla con l’asportazione di un tumore da 800 grammi nel suo corpicino di 1,9 kg.
A cura di Beatrice Tominic
953 CONDIVISIONI
Il tumore rimosso sulla piccola, a sinistra, una delle visite a destra.
Il tumore rimosso sulla piccola, a sinistra, una delle visite a destra.

Una doppia operazione eccezionale, svolta dall'ospedale Bambino Gesù in staffetta con l’Ospedale San Pietro Fatebenefratelli ha permesso di salvare una bimba nata prematuramente. Dal peso appena di 1,9 kg alla nascita, la piccola nel suo corpicino portava con sé un tumore da 800 grammi, pari a oltre la metà del suo peso corporeo effettivo, di 1,1 kg.

Grazie alla doppia operazione, avvenuta sia prima che dopo la nascita, è stato possibile trattare una rara e voluminosa neoformazione fetale. Dopo l'operazione sulla gestante e la nascita della piccola, avvenuta alla trentesima settimana, il resto della massa tumorale è stato elimanto con un secondo intervento direttamente sulla neonata.

La massa rimossa, un teratoma sacro-coccigeo, è una rara neoplasia che si sviluppa nella parte terminale della colonna vertebrale e colpisce circa 1 neonato ogni 35.000-40.000 nati vivi. Solitamente è benigna, ma può comportare gravi complicanze per il feto, come il rischio di scompenso cardiaco, idrope fetale e morte intrauterina.

Il primo intervento sulla mamma incinta

Come anticipato, il primo intervento per salvare la piccola si è verificato prima del parte, mentre si trovava ancora nella pancia della mamma. Si è trattato di un intervento intrauterino salvavita, effettuato mentre era ancora nella pancia della mamma a due settimane dalla nascita, dopo una rapida e improvvisa crescita della massa tumorale.

La risonanza magnetica fetale, cerchiata la massa tumorale che occupa la parte inferiore del corpo del feto.
La risonanza magnetica fetale, cerchiata la massa tumorale che occupa la parte inferiore del corpo del feto.

Gli specialisti dei due ospedali hanno deciso di intervenire sulla piccola ancora in grembo con una procedura mininvasiva di lasercoagulazione ecoguidata dei vasi sanguigni della massa stessa, eseguita presso il comparto operatorio del San Pietro Fatebenefratelli. Utilizzando un laser a diodi è stato possibile ridurre l’afflusso sanguigno al tumore, rallentandone la crescita e permettendo di prolungare la gravidanza fino alla 30° settimana.

Il parto e la seconda operazione direttamente sulla bimba

La gestione multidisciplinare è poi proseguita all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, dove si è svolto il  parto cesareo programmato nell’ambito del Progetto Nascita dedicato ai nascituri affetti da gravi patologie congenite e alle gravidanze ad alto rischio, che da otto anni accoglie mamme che più hanno necessità di essere seguite da team multidisciplinari del Bambino Gesù e del San Pietro. In totale sono stati eseguiti 216 parti, di cui 12 nel 2025.

Non appena venuta alla luce la bimba è stata operata per rimuovere completamente il teratoma di circa 800 grammi, pari ad oltre la metà del suo peso corporeo effettivo (1,1 kg). L’operazione, della durata di circa 3 ore, ha incluso anche la ricostruzione della regione sacrale.

Come sta la bimba nata con un tumore grande la metà di lei

A poche settimane dalla nascita la piccola si trova in buone condizioni cliniche. Respira autonomamente, si alimenta per bocca e presto tornerà a casa con la sua famiglia. Per lei continua, però,  il percorso di follow-up chirurgico e oncologico con controlli periodici. Al Bambino Gesù vengono seguiti circa 4-5 casi all’anno di teratoma sacro-coccigeo; 6 i bambini affetti da questa rara patologia nati nell’Ospedale Pediatrico romano.

"Il tempo è un fattore determinante perché la tempestività dell’intervento consente di ridurre il rischio di scompenso cardiaco fetale che può portare alla necessità di una nascita molto prematura o alla morte in utero – spiega la dottoressa Isabella Fabietti, chirurga fetale del Bambino Gesù – Nel caso specifico, il corretto timing operatorio ha consentito di ‘stabilizzare’ il feto e di prolungare la gravidanza. È stato un lavoro di squadra rapido e coordinato, che ha fatto la differenza per il futuro di questa piccola paziente".

L’ecografia prenatale.
L’ecografia prenatale.

A fare la differenza, l'approccio multidisciplinare, attivato sin dalla fase di diagnosi prenatale. "Fondamentale garantire assistenza e pianificazione in tutto il percorso assistenziale nei suoi tre momenti chiave: prenatale, perinatale e postnatale – aggiunge il dottor Andrea Conforti, responsabile di Chirurgia Neonatale e Pediatrica del Bambino Gesù – La coordinazione delle due equipe ha avuto un ruolo chiave per la riuscita degli interventi".

Le équipe coinvolte nelle due operazioni 

Come anticipato, sono diverse le équipe coinvolte per salvare la vita alla piccola. Dal Bambino Gesù sono intervenuti, in particolare, gli specialisti delle Unità Operative di Medicina e Chirurgia Fetale e Perinatale (il responsabile prof. Leonardo Caforio e la dott.ssa Isabella Fabietti); Terapia Intensiva Neonatale (il responsabile dott. Andrea Dotta e la dott.ssa Irma Capolupo); Chirurgia Neonatale e Pediatrica (il responsabile dott. Andrea Conforti e la dott.ssa Barbara Daniela Iacobelli); Anestesia e Perioperatorio Intensivo (il responsabile dott. Simone Reali).

Per l’Ospedale San Pietro Fatebenefratelli, invece, le Unità Operative di Ostetricia e Ginecologia (il responsabile prof. Marco Bonito); Anestesiologia e Rianimazione (il responsabile dott. Gianni Cipriani); Pediatria e Neonatologia (la responsabile dott.ssa Maria Eleonora Scapillati).

953 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views