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Alberto Tarallo a processo, dal testamento di Losito al fallimento della Ares Film: le accuse al produttore

Il produttore Alberto Tarallo è accusato di aver falsificato il testamento del compagno morto suicida, Teodosio Losito. È anche accusato di bancarotta fraudolenta per quanto riguarda la società Ares Film Srl.
A cura di Enrico Tata
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Alberto Tarallo e Teodosio Losito
Alberto Tarallo e Teodosio Losito

È fissata per oggi l'udienza  sul caso del produttore e fondatore della Ares Film Srl, Alberto Tarallo, accusato di aver falsificato il testamento del compagno, lo sceneggiatore Teodosio Losito. Quest'ultimo si è tolto la vita nella sua villa di Zagarolo a dicembre del 2019.

Le indagini sul conto del produttore cominciano nel 2021, quando Rosalinda Cannavò, in arte Adua Del Vesco, e Massimiliano Morra lanciano accuse gravissime dalla casa del Grande Fratello Vip e parlano di una persona, definita da loro Lucifero, che avrebbe indotto al suicidio Losito. Secondo i pm, non ci sono elementi e indizi utili per incriminare Tarallo.

Poi, però, il compagno di Losito viene indagato nuovamente a causa di un testamento risalente al 2017. L'accusa degli inquirenti è di aver imitato la calligrafia, facendo autenticare, di fatto, un documento falso. E, ancora, Tarallo dovrà difendersi anche dall'accusa di bancarotta fraudolenta in relazione al fallimento della Ares Film, con i pm che hanno firmato una nuova richiesta di rinvio a giudizio a suo carico.

Il suicidio di Teodosio Losito e le indagini sulla sua morte

Teodosio Losito si è tolto la vita all'età di 54 anni nella sua villa di Zagarolo. È stato sceneggiatore di fiction di successo, scritte tutte in coppia con Tarallo, come "L'onore e il rispetto",  "Il Bello delle donne", "Mogli a pezzi", "Il Peccato e la Vergogna", "Pupetta–Il Coraggio e la Passione".

Le indagini su Tarallo cominciano dopo le parole pronunciate da Adua Del Vesco e Massimiliano Morra al Grande Fratello. I due parlano del suicidio di Losito e sostengono che la colpa sia da attribuire a una presunta setta che opera nel mondo dello spettacolo e che è guidata da un certo ‘Lucifero' ‘Lucifero'. I pm cominciano ad approfondire queste frasi e ascoltano diversi personaggi del mondo dello spettacolo, da Gabriel Garko a Eva Grimaldi, da Nancy Brilli a Giuliana De Sio e Barbara D’Urso fino alla stessa Adua Del Vesco. Alberto Tarallo viene prima ascoltato e poi indagato per istigazione al suicidio.

L'archiviazione dell'indagine per istigazione al suicidio

Alcuni testimoni accusano addirittura Tarallo di praticare riti di magia nera. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, Gabriel Garko dice: "Noi eravamo tutte pedine di Tarallo, lui decideva il bello e il cattivo tempo e se non si faceva come detto eravamo tutti sotto ricatto psicologico. Mi indusse a lasciare un mio compagno dell’epoca senza impormelo ma conducendomi a tale decisione sulla base di quello che mi diceva ogni giorno circa la mia futura carriera. Mi diceva che facendo questo lavoro non potevo dire di essere omosessuale…".

Dopo lunghi approfondimenti, i pm decidono di archiviare l'indagine per istigazione al suicidio: "Pur avendo accertato che il Tarallo è dotato di una forte personalità prevalente e prevaricatrice rispetto a quella del Losito non sono emersi elementi utili per configurare il delitto ipotizzato".

Alberto Tarallo viene accusato della falsificazione del testamento

I guai per Tarallo, però, continuano. Secondo i pm la lettera d'addio scritta da Losito e letta da Tarallo nel corso della trasmissione ‘Non è l'Arena' in onda su La7, sarebbe un clamoroso falso. Non solo: sarebbe stato falsificato anche il testamento dello sceneggiatore poiché, ha stabilito la perizia calligrafica, firma e grafia non sono le sue. Per gli inquirenti è stato proprio Tarallo a falsificare i documenti e per questo viene indagato per falso in testamento olografico e scrittura privata. 

Il fallimento della Ares Film srl e l'accusa di bancarotta fraudolenta

In più c'è il fallimento della Ares Film srl, per cui Alberto Tarallo rischia un processo con l'accusa di bancarotta fraudolenta. Secondo i finanzieri del nucleo di polizia giudiziaria di piazzale Clodio, il produttore avrebbe manipolato i bilanci e avrebbe sottratto denaro dalle casse della società, provocando il dissesto finanziario della stessa.

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