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Aggressione omofoba alla Certosa: “Insultate perché ci siamo baciate davanti un locale”

Due ragazze sono state insultate e aggredite da un uomo nel quartiere della Certosa, proprio accanto al Pigneto. Chiara e Ludovica si erano scambiate un bacio prima di tornare a casa, quando sono state apostrofate in malo modo da un uomo, che ha poi provato a colpirle con una bottiglietta piena di acqua.
A cura di Natascia Grbic
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"Ma proprio davanti al locale mio dovete fa ste cose?". Così sono state apostrofate Chiara e Ludovica, due ragazze che lo scorso venerdì sera sono state aggredite da un uomo a largo dei Savorgnan, nel quartiere della Certosa. In una lettera pubblicata da Lucha y Siesta, le due ragazze raccontano cosa è accaduto loro in quella che doveva essere una serata qualunque e che invece si è trasformata in insulti omofobi e sessisti, con tanto di tentativo di aggressione (fortunatamente non andato a buon fine). "Ci siamo sedute all'ultimo tavolino libero di una trattoria che affaccia sulla strada – spiegano – Da due siamo diventate quattro, un quartino di vino fresco, una frittura che tardava ad arrivare e un bacio prima di ripartire. Un bacio qualunque, un bacio di due persone innamorate che stanno per tornare a casa insieme. Un bacio interrotto". È a quel punto, infatti, che le sue ragazze sono state apostrofate dall'uomo, che "per onestà intellettuale chiameremo l'omofobo".

Inizialmente Chiara e Lodovica hanno pensato che la sua fosse una battuta: di pessimo gusto e sicuramente non gradita, ma magari una battuta. E, a riprova di quanto stava accadendo, ha detto loro che il figlio stava giocando poco distanze in piazza. "Ma sta scherzando? Se fossimo state un uomo e una donna avrebbe detto lo stesso?, chiediamo più volte, incredule". Al che l'uomo risponde che a lui "dà fastidio in generale". "Le dà fastidio l'amore?", replicano allora Chiara e Ludovica. La situazione degenera, l'uomo inizia a urlare contro le ragazze e le schernisce persino quando si mettono la mascherina, dato che lui continuava ad accorciare le distanze avvicinando paonazzo il viso al loro. Alcune persone hanno provato a intervenire, mostrando solidarietà alle due giovani, che a quel punto hanno deciso di andarsene. "Non prima di avergli urlato ‘ti nascesse una figlia lesbica'", riportano nella loro lettera. Al che lui, ancora più furioso, ha lanciato verso di loro una bottiglietta piena, fortunatamente non riuscendo a colpirle.

"Il male che ci ha fatto provare rimane – concludono le due ragazze – E ci accompagna ancora adesso, mentre scriviamo questa lettera. E se fossimo state sole? Chi ci tutela in queste situazioni? Stiamo ancora cercando delle risposte alle nostre domande, ma ciò che abbiamo capito quella sera è che l'amore non è ancora un concetto universale né tantomeno libero. Era un venerdì sera come tanti, ma quel venerdì per noi è diventato qualcosa per cui lottare".

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